giovedì, dicembre 24, 2015

NATALE 2015



TANTI AUGURI DI UN SERENO NATALE DI PACE

mercoledì, dicembre 16, 2015

Onnivori, vegetariani o vegani?

Da 8 anni sono vegetariana. E' stata una scelta dettata principalmente da una problematica diciamo così di salute, nel senso che, dovendo vivere lontana da casa per molti mesi, e mangiando sempre nello stesso posto, dopo avere scoperto da chi si approvvigionavano con la carne, preferii evitarla del tutto. Non è stata una scelta dolorosa, la carne mi è sempre piaciuta molto poco, a parte quando è elaborata, sotto forma di polpette, polpettoni, spezzatini, arrosti...ma non mangiarla, eliminarla del tutto dalla mia vita non è stato per niente un sacrificio. Sarebbe un sacrificio molto più grande eliminare totalmente i formaggi, per dire...
La cosa più difficile comunque è stato abbandonare soprattutto il prosciutto crudo: ogni tanto ne sentivo il profumo, ancora più allettante della mortadella, e qualche volta una fettina o due le mangiavo, ma l'ultima volta che ne ho assaggiato un po' ho sentito il sapore della carne cruda, per me molto disgustoso, e ho completamente smesso.
Ogni tanto mangio pesce, ma più per motivi "sociali": è più semplice mettere d'accordo tutti.
Ed è questo dover mettere d'accordo tutti che mi disturba un po'...
Nel percorso vegetariano ho incontrato, ad un certo punto della mia vita, i vegani, persone che hanno deciso, per un profondo senso etico, di eliminare ogni alimento di derivazione animale o che possa comportare  sfruttamento o dolore agli animali. Confesso di non avere un così alto senso etico, ma ci sono anche motivazioni di ordine igienico-sanitario. Ho così cominciato a studiare e a frequentare corsi di cucina per imparare a cucinare in una maniera alternativa, per allargare i miei orizzonti e non restare legata a doppio filo alla cucina emiliana.
Intanto ho imparato ad usare frutta e verdura di stagione, non solo perchè si risparmia, ma anche perchè contengono le sostanze nutritive utili ad affrontare la stagione nella quale questi prodotti crescono e vengono raccolti.
Poi ho imparato a conoscere, e anche a preparare in casa, alimenti molto usati nella cucina orientale, molto meno nella nostra: seitan, tofu, tempeh...
All'inizio mi aiutavano molto a sostituire la classica fettina di carne o l'hamburger che si mettono a cuocere all'ultimo secondo quando si arriva a casa trafelati e affamati. Poi ho imparato a organizzarmi, e utilizzo molto di più i legumi classici: fagioli, lenticchie, ceci, cicerchie, fave, fagiolini...
Rivisito molte ricette, trasformandole in chiave vegana, e mi diverto anche a pubblicare i risultati, molto buoni. E ogni volta ecco la polemica: il ragù è solo quello di carne, i tortellini sono solo quelli tradizionali con la carne...insomma, una grandissima polemica come se facessi un peccato mortale.
Io non mi sono mai permessa di giudicare chi si mangia mostruose fiorentine al sangue o adora  i tortellini, sono contenta per loro. Quello che non capisco è perchè debbano sindacare su quello che mangio io, arrogandosi il diritto di dire è buono-non è buono, fa schifo-non fa schifo, è o non è...
Io non dico i tortellini fanno schifo, semplicemente preferisco non mangiarli. Fine. E però  adoro sperimentare ripeni diversi da quello classico, lasciando la forma. Del resto nessuno protesta se Majani produce il tortellino di cioccolata.
La cucina vegana può essere altrettanto creativa di quella onnivora. Perchè precludersi altre possibilità? Oltretutto molte ricette regionali sarebbero prettamente vegan, utilizzando cereali, legumi e verdure senza alcun apporto di elementi animali, che sono stati aggiunti quando le condizioni socio-economiche sono migliorate.
Quindi, per cortesia, ogni volta che vedete qualche foto di cibo tradizionale rivisitato in chiave vegana, invece di protestare dicendo che no, non è quello che si dichiara ma un'altra cosa, provate a gustarlo: sicuramente allargherete i vostri orizzonti.

sabato, agosto 29, 2015

La foto senza foto

Dopo tanto tempo, una passeggiata nel mercato della Piazzola. Solo per guardare, senza cercare niente, lasciandosi riempire di tutto quello che c'è, divertendomi ad ascoltare e a guardare. Tante lingue diverse, chi parla indi, chi arabo, chi russo o qualche altra lingua slava. C'è anche chi parla italiano, ma certo con inflessioni e cadenze che lasciano pochi dubbi sulla nazionalità: signola, tu volele mutande? pancela?...e ti volti e vedi due meravigliosi occhi a mandorla in un faccino giovanissimo tutto teso a cercare di capire cosa può piacere alla cliente che sta rovistando fra la merce sul banco.
I colori degli abiti delle donne musulmane, i loro veli acconciati nei modi più diversi, sempre coordinati con ciò che indossano mi colpiscono sempre. Con il caldo che fa penso che siano davvero delle donne straordinarie, io faccio fatica a sopportare anche i capelli, e li ho pure cortissimi! Sono tante, allegre, tutte molto giovani e guardano e scelgono le cose con molta attenzione, anche cose per i loro mariti. Poi ci sono le ragazze di colore, con acconciature pazzesche. Non so cosa avrei dato per potermi fare, almeno una volta nella vita, un'acconciatura piena di treccine come le loro. E portano vestiti coloratissimi di giallo e arancio e verde e turchese, tutti mescolati insieme a formare fantasie azzardatissime. Mostrano il loro corpo senza imbarazzo, minigonne, calzoncini, scollature e canotte attillate, per loro la bellezza non è certo quella filiforme propinata dalle riviste di moda, tutt'altro!
Mi fermo al banchetto delle piante per guardare se hanno delle aromatiche che mi possano interessare. C'è il cartello con i prezzi, rigorosamente scritto a mano. Quasi quasi mi compro una pianta di Osmarino...

giovedì, luglio 30, 2015

Porretta Soul Festival

Luglio, e come tutti gli anni rieccolo, questo bell'appuntamento.
Lo scorso anno ero a Monteleone di Spoleto a un congresso, unica volta in 8 anni in cui non sono stata presente.
Adoro il soul, alla fin dei conti è la musica con cui sono cresciuta, quella con cui ho imparato a ballare. Stax e Motown erano le case discografiche produttrici di quei tanto agognati vinili!
 Adoro questo festival, così low profile, come dicono gli inglesi, in cui gli ospiti, grandi della musica americana, si mischiano a noi che li ascoltiamo, che abbiamo comprato i loro dischi e abbiamo sognato di incontrarli, un giorno. Ed ora possiamo stringere loro la mano, fare due chiacchiere e ballare con loro mentre cantano.
 Poi c'è la scoperta di gruppi italiani che niente hanno da invidiare ai colleghi americani, anzi, gli americani suonano volentieri con loro favolose jam sessions che mandano il pubblico in visibiglio.
Il paese poi in questi quattro giorni si anima, si riempie di gente, per strada musica ovunque e tutti che ballano, o accennano a ballare, si passeggia tutti quanti a tempo di musica,  spulciando tra le bancarelle, mentre nell'aria, oltre alle note, si mischiano gli odori di patatine fritte, hamburger, piadine, cipolla cotta e carne allo spiedo.
Nel Rufus Thomas Park non ci sono sedie numerate, si arriva e ci si siede dove capita, e ci si ritrova, anno dopo anno, ci si racconta: qualche genitore se n'è andato, qualche figlio ha trovato lavoro o si è laureato, qualche nipotino  è nato. Oramai in tanti ci conosciamo ed è piacevole ritrovarsi, dopo un anno, nello stesso posto. Proprio come in quella piece teatrale di Bernard Slade : Alla stessa ora, il prossimo anno...


giovedì, giugno 11, 2015

A proposito di serial...

Credo che i serials televisivi oramai siano tra le trasmissioni televisive più guardate. Fino ad ora ero riuscita a starne abbastanza fuori. Magari mi appassionavo per le prime puntate, ma poi, invariabilmente, dopo un po' mi stancavo, cominciavo a perdere alcune puntate per altri impegni, decisamente molto più interessanti e costruttivi, e così dopo un po' dimenticavo completamente la loro esistenza.
Così ho fatto con il pur amato dottor House, o con
Grace Anatomy, e pure con Castel. Credo che l'unica serie che ho guardato praticamente fino in fondo sia stata E.R.
Poi, tramite il figlio smanettone, il grande, ho scoperto un sito che è una specie di Gardaland dei film e dei serials: PopcornTime. Meraviglioso e facile da usare. Soprattutto era importante che fosse semplice: sono una smanettona ma neppure troppo...
E siccome ho delle amiche che non fanno che parlare di Claire Underwood, donna, fascinosa, bellissima e perfetta, ho cercato House of Cards...ed è stata vera passione. Personaggi cattivi, pragmatici fino ad essere capaci di distruggere le persone, di uccidere pur di avere il potere. E lei, questa donna bellissima, algida, alta, elegante, dai capelli cortissimi e dagli attillatissimi abiti su un corpo pressochè perfetto, con tacchi alti ma mai esagerati, sempre perfetta, anche quando forse vorrebbe scappare. Mai un gesto fuori dalle righe, mai fuori tempo. Buona? cattiva? entrambe le cose, e qui sta il suo fascino. Osserva tutto, riflette su tutto, e poi agisce, sempre per il meglio per sè e per il marito. Una figura moralmente non bella, eppure....quanto fascino emana!
Lo stesso fascino che Rossella O'Hara esercitò su di me quando lessi Via col Vento.
Figure di donne forti, capaci comunque sempre, in ogni frangente, di essere sé stesse, di saper volgere le situazioni in proprio favore senza mai scadere nella volgarità, mantenendo una incredibile dignità.
Donne libere, talmente sicure di sè da non ritenere minimamente importante la considerazione degli altri. Loro sono super partes. E questo è tutto.

domenica, maggio 31, 2015

ARTS & FOOD



Alla Triennale, a Milano, in occasione dell'Expo 2015, c'è la bellissima mostra Arts and Food e all'interno di questa Cucine e ultracorpi. Gli ultracorpi sono gli elettrodomestici che da sempre ci accompagnano e che progressivamente hanno contribuito a cambiare il nostro modo di elaborare il cibo e di alimentarci. E' una piacevolissima passeggiata nel design italiano visto come un film di fantascienza in cui però gli ultracorpi non fanno paura ma sono alleati nella nostra fatica quotidiana, non solo funzionali ma anche belli, colorati, piacevoli. Un racconto del nostro rapporto con il cibo, senza il cibo, come dice Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum, nella prefazione al catalogo della mostra.
Per me un'avventurosa, divertente passeggiata nella storia della cucina e delle cucine, nel design e nella storia dell'arte. Insomma, una mostra da vedere e da godere fino in fondo.

lunedì, maggio 18, 2015

Resurrexit sicut dixit


Foto di Ottavio Capece.
Cantare in un coro è un'esperienza fantastica. Ci sono condivisione, aiuto reciproco, complicità.
C'è la gioia di imparare a trasformare la propria voce da una specie di rumore in qualcosa di armonioso e bello. E c'è la meraviglia di scoprire che con la voce e con la musica si può giocare tutti insieme, e anche pregare, con un'intensità straordinaria, particolare, che ci fa diventare tutti un solo respiro, una sola voce. Come quando si pratica yoga. Il respiro di tutti sostiene tutti e si trasforma in un'onda melodiosa che si espande per arrivare a chi ci ascolta. E l'anima vola, si innalza, corre su per le volte e fa le capriole, piena di gioia.
Grazie Irene, grazie Schola Chantorum! E grazie anche al gruppo Helianthus, che con i loro strumenti, copie di quelli antichi, ci ha restituito le sonorità cinquecentesche.

giovedì, aprile 30, 2015

CORTECCE



Ed ecco, finalmente, la concretizzazione di tante fatiche. Sono emozionata!

giovedì, febbraio 19, 2015

Still Alice

Un bellissimo film, intenso e per niente scontato sulla malattia del secolo, che non è più il cancro bensì la Malattia di Alzheimer.
Un film che apre a molte considerazioni sul rapporto con la malattia in generale, con i malati, e in particolari con quelli affetti da demenze.
La protagonista, parlando della malattia, dice: diventiamo ridicoli...ecco, questa è la differenza, ad esempio, con chi si ammala di cancro, che improvvisamente si ammanta, viene ammantato, di una dignità speciale, quasi una sacralità. Invece, chissà perchè, chi si ammala di Alzheimer diventa ridicolo, buffo...
A mio parere invece dovremmo pensare a queste persone con molto affetto e tenerezza, perchè il loro cervello quasi compie un percorso inverso a quando si era piccoli: poco alla volta perdono, a ritroso, tutto ciò che avevano imparato nella vita, anche le più comuni nozioni come bere o mangiare da soli. Non dobbiamo più guardarli irritati perchè non sono più ciò che erano, e invece, ricordandoci tutto quello che sono stati, dobbiamo amarli e accudirli quasi fossero tornati neonati.

giovedì, gennaio 01, 2015

Buon 2015!


Inizia un altro anno, con il sole e con la voglia di ricominciare a camminare, a muoversi, con il sorriso sulle labbra e nel cuore.
Buon anno nuovo!

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo