sabato, febbraio 29, 2020

MA GLI ANDROIDI USANO BICI ELETTRICHE?

Aspettando il proprio turno per lavare la macchina, in una fila lunga lunga, non c'è altro che guardarsi intorno. E così, sotto un bellissimo sole già primaverile, ecco qualcuno che prova la nuova, bellissima, bicicletta elettrica.
Confesso di avere osservato con molto interesse. Adoro andare in bicicletta e in città cerco di usarla sempre, e uso una vecchia bici, comprata ben 37 anni fa, con il mio primo stipendio! E' ancora una bella bici, accessoriata con due belle borse capienti e un bel cestino davanti e la amo tantissimo, ma il fascino della bicicletta con la pedalata assistita...
Ah, il titolo riprende quello di un racconto di Philip K. Dick: Gli androidi sognano pecore elettriche? da cui è stato tratto Blade Runner.

domenica, febbraio 23, 2020

VOGLIA DI MARE

Da quando lavoro alle terme, e sono molti anni oramai, non ho più fatto le classiche vacanze al mare, quelle che  facevamo con i figli in Sardegna, cambiando spiaggia ogni giorno, portandoci dietro il pranzo, le pinne e la maschera e poco altro. Vacanze a inizio estate, tra fine giugno e primi di luglio, con poca gente in giro e il profumo salmastro del mare e della macchia mediterranea. Lunghissimi bagni in un mare salato e trasparente che ci mostrava meraviglie incredibili, ore a giocare con le stelle marine, rovesciandole a pancia in su per aspettare che come dei neonati si rivoltassero, o aspettando che il polipo nascosto tra gli scogli, e che ci osservava con il suo occhio intelligente, approfittasse di un attimo di disattenzione per fuggire con la rapida spinta dei tentacoli. E poi il sale che faceva tirare la pelle mentre al sole si mangiava o si leggeva o si dormicchiava. A volte ci si sedeva su uno scoglio con i piedi nell'acqua e ci si divertiva a guardare i piccoli gamberetti curiosi che piano piano si avvicinavano, dando minuscoli morsetti ai nostri piedi a mollo in quell'acqua cristallina. Sì, mi manca quel mare con le sue giornate calde, rinfrescate dall'acqua, punteggiate dalle nuotate e da lunghe letture. Sono tornata al mare, nei giorni scorsi, per un congresso. Un mare diverso, con una spiaggia larga e lunga, piatta, con ancora le dune a proteggere i lidi. Ma proprio quelle dune tengono lontano le costruzioni troppo vicine e fanno godere del rumore delle onde, del profumo della risacca, delle grida dei gabbiani, mentre sotto le scarpe senti lo scricchiolio delle piccole conchiglie. Il sole di questo strano febbraio, così caldo e luminoso, scalda la pelle, lascia esporre il viso alla fresca brezza marina e mi consola un po'.

lunedì, febbraio 03, 2020

PALERMO

L'anno scorso fu Catania, quest'anno Palermo.
Città amatissima, non solo per gli amici carissimi che vi abitano, ma proprio per quello che è: vitale, piena di bellezza, sgarrupata ed elegante, multietnica che ha interiorizzato le differenze culturali trasformandole in un mix straordinariamente bello e colorato e profumato e saporito. Approdati a Punta Raisi, abbiamo preso il treno che comodamente ci ha portati alla stazione centrale, a due passi da Ballarò, la nostra meta. E Ballarò si è rivelato la meraviglia di sempre, con la "chiamata" dei mercanti che magnificano le loro merci, con i prezzi che per noi del nord sono incredibilmente bassi, con i profumi del cibo di strada che si trova ad ogni angolo, con i colori degli agrumi, dei cedri straordinariamente grandi, dei cavolfiori e dei broccoli verdissimi. Il cibo di strada è un cibo povero ma estremamente saporito, fatto con tutte le parti di scarto del maiale, fritte o soffritte o prima lessate e poi fritte, insomma, un tripudio di grassi messi in mezzo a un semplice panino. Qualcosa di molto meglio, per i carnivori, rispetto a un hamburger! E per chi non mangia carne c'è pane e panelle: frittelle di ceci fritte al momento, oppure ci sono i fondi dei carciofi impastellati e fritti o i "cazzulli", fettine di melanzane sempre fritte. E poi ci sono i meravigliosi dolci: la setteveli, i cannoli, le cassatine, belli come solo la pasticceria di derivazione araba ha.  Ecco, Palermo, per me, è essenzialmente questo: il cibo da strada, le voci del mercato, simili alla chiamata del muezzin dal minareto, i dolci meravigliosi, belli come i mosaici di Monreale, e le cupole coloratissime, più simili ai minareti arabi che alle chiese cristiane. E laggiù, in fondo, la bellezza del mare.

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo