martedì, dicembre 23, 2008

Chissà perchè....


...nessuno mi prende sul serio!
Buon Natale!!!

sabato, dicembre 20, 2008

L'angolo della ricetta!


CROSTATA DI POMODORI
Questa fantastica crostata salata me l'ha insegnata un caro amico, che me l'ha preparata per il mio compleanno. Io l'ho trovata veramente ottima e la ricetta originale è sul forum di ricette dei conigli a cui collaboro, scritta di suo pugno dall'autore. Però, siccome io sono la solita rompina, ho voluto fare alcune modifiche e così ecco qui la mia, di crostata.
Ingredienti: 300 g. di burro; 150 gr. di farina; un cucchiaio circa di parmigiano grattugiato; 2/3 uova intere; 800 gr. circa di pomodori freschi; 100 gr. di pomodorini; 2 scalogni; olio, sale, pepe, paprika,
prezzemolo, rosmarino, basilico, maggiorana.
Esecuzione: preparo la pasta per la crostata impastando insieme la farina con il burro ammorbidito e fatto a pezzetti, un po' di sale, il rosmarino tritato e un po' di maggiorana e il cucchiaio di parmigiano grattugiato, aggiungendo un cucchiaino o due di acqua se l'impasto risulta troppo "duro". Quando tutto è bene amalgamato, faccio una palla con la pasta, l'avvolgo nella pellicola e metto in frigo per un'oretta.
In una terrina metto i pomodori tagliati a dadolini piuttosto piccoli, tutte le erbette profumate, gli scalogni affettati finemente e le uova e mescolo tutto.
Sulla spianatoia stendo con il mattarello la pasta, aiutandomi con la carta da forno perchè la pasta risulta comunque piuttosto friabile e quindi quando sarà stesa sarà più agevole posizionarla in una teglia con bordi alti, lasciando ricadere all'infuori l'eccesso di pasta.
Verso il miscuglio di uova e pomodori, richiudo i bordi e se mi avanza ancora pasta posso decorare la superficie con il classico graticciato di pasta tipo crostata. Come si evince dalla foto, io ho preferito lasciare la pasta un po' più grossa e così non ho decorato! Taglio a metà i pomodorini ciliegini e decoro la superficie della crostata, poi metto in forno già caldo a 180°-200° per circa un'oretta, o comunque fino a che il classico stuzzicadenti non esce asciutto.
Cospargo la superficie con pepe e paprika e servo calda! Però è ottima, anzi forse migliore, fredda, o riscaldata, il giorno dopo.

martedì, dicembre 16, 2008

Come se fosse l'ultimo giorno


Da molto tempo stavo meditando su una frase trovata sulla bacheca di mia figlia, di fianco al suo letto: vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo. Non so da quanto tempo lei l'abbia appeso lì, ma io l'ho scoperto pochissimo tempo dopo la sua prima chemioterapia, sistemando alcune sue cose in sua assenza. Lì per lì la cosa mi fece davvero piangere, e se ci ripenso a volte ancora adesso grossi lacrimoni scendono spontaneamente dagli occhi, perchè su di lei resta appesa la spada di Damocle della malattia. Ma questa frase ha continuato a ronzarmi in testa, facendomi riflettere. E neanche a farlo apposta, prima Bob Leckridge, un collega omeopata inglese, e poi chef Maurice nei loro blog hanno affrontato entrambi lo stesso argomento: il tempo che ci resta. Maurice ne ha fatto un semplice calcolo statistico, Bob invece ne ha fatto una questione di qualità di vita, e questo mi ha davvero aperto gli occhi, e anche il cuore.

Bob Leckridge riporta la tesi del filosofo francese Pierre Hadot esposta nel suo "N'oublie pas de vivre" per cui ogni giorno in effetti è il primo e l'ultimo. Non c'è giorno che sia uguale all'altro. Di solito tutti siamo portati a vivere le giornate in modo inconsapevole, riempiendole di sogni di domani migliori o di rimuginii su ieri brutti e faticosi o pieni di rimpianti, e non ci soffermiamo mai sull'oggi, ora e qui. Ogni giorno invece è nuovo, e diverso dai precedenti e successivi, per tutto ciò che ci capita, per tutti quelli che incontriamo o non incontriamo più, anche per ciò che scegliamo di mangiare o bere. Vale la pena allora di rispolverare il vecchio esame di coscienza e chiederci ogni sera se davvero oggi ho vissuto, se ho avuto, e dato, tutto il piacere che speravo di avere! Perchè questa giornata sarà irripetibile, e quindi unica e ultima, e domani sarà diverso, anche solo per una piccolissima sfumatura.

Allora, se vivo ogni giorno come se fosse l'ultimo, come un bambino che gusta ogni sapore, ogni odore che incontra per la prima volta, con meraviglia, le mie priorità e le mie scelte saranno sempre consapevoli e volte al meglio per me e per chi mi circonda e la mia vita sarà sicuramente più felice e più serena, fino alla fine dei miei giorni.

lunedì, dicembre 15, 2008

Il vagone scomparso



Ore 18,30, stazione centrale di Milano. Finalmente ecco comparire sul tabellone il binario del treno che mi riporterà a casa.

Il treno è già sul binario, non c'è molta gente ancora perchè c'è una mezz'ora buona prima che parta.

Guardo il mio biglietto: carrozza 6. Con calma mi avvio, contando le carrozze: ecco la 1...la 2...qui manca il cartello ma sicuramente è la 3...finalmente la 5...e poi la 7! Ohibò, e la 6 dov'è finita?

Salgo sulla carrozza 7 e chiedo all'unico passeggero presente che mi conferma che quella è la carrozza7. Scendo dal treno e proseguo per vedere se la 6 non l'abbiano messa in posizione sbagliata, ma no, ecco le carrozze 8, 9 e 10 in fila. Cerco disperatamente il conduttore o qualcuno del personale Eurostar, ma sul marciapiede solo passeggeri frettolosi.

Allora decido di salire sul treno e sedermi dove capita. Salgono due signore e mi chiedono della carrozza 6, io rido e spiego che anche io ho lo stesso problema. Un ragazzo arriva e dice di non preoccuparci, la carrozza non c'è ma ci sono molti posti liberi, non ci sono problemi. Invece il problema c'è: non sappiamo quali sono i posti prenotati e quali no, così per due volte dobbiamo alzarci e cambiare di posto, fino a quando, finalmente, il treno parte e possiamo essere sicuri che quelli saranno i nostri posti..forse, trattandosi di un Eurostar intercity, che quindi fa diverse fermate prima di arrivare a Bologna.

A Modena, finalmente arriva il conduttore a controllare i biglietti, ma naturalmente non ha lei la lista delle prenotazioni. Ci dice che la nostra carrozza non c'era perchè risultata non idonea a viaggiare. Alla nostra protesta per non avere trovato nessuno all'inizio del viaggio che ci indirizzasse a colpo sicuro nei posti liberi, ci siamo sentiti rispondere "vi prego, non fatemi parlare..."

Ma che avrà voluto dire?

sabato, dicembre 13, 2008

Maratone

Come tutti gli anni è partita la grande maratona di raccolta fondi per la ricerca su malattie genetiche.
Sono sempre piuttosto infastidita dal fatto che queste iniziative benefiche vengano concentrate tutte in questo periodo, come se solo ora si possa essere buoni e generosi nei confronti del prossimo, mentre nel resto dell'anno si sia tutti un concentrato di egoismo, indifferenza e avarizia.
L'iniziativa resta meritevole, venne ideata da Jerry Lewis, attore che io ho veramente amato e apprezzato da ragazzina, in un'America dove la salute è solo per pochi ricchi, mentre chi deve affrontare malattie croniche invalidanti spesso finisce per indebitarsi o non potersi curare. A iniziative come questa si devono, in campo medico, moltissime scoperte utili che hanno davvero migliorato la qualità di vita di molti.
Però non condivido questo farsi pubblicità con la scusa delle donazioni, ammesso che le donazioni vengano davvero fatte, soprattutto da parte di persone che predicano in un modo e razzolano in un altro.
Non riesco a capire perchè nessuno si scandalizzi del fatto che i nostri onorevoli si siano dichiarati disposti a offrire addirittura fino a 1000 € del loro stipendio (il commento dell'onorevole Fini è stato che sicuramente questa cifra non sarà un grosso problema per loro) quando contemporaneamente proprio questo governo sta facendo di tutto e di più per togliere fondi alla ricerca!
Il ministro Gelmini avrà donato anche lei una parte del suo stipendio?
Ma forse sono io troppo prevenuta....

sabato, dicembre 06, 2008

Nuovi amici rasta


Il mio continuo pellegrinare su e giù per le colline da due anni a questa parte mi ha fatto incontrare veramente di tutto. Coniglietti, cerbiatti, serpenti, cinghiali, esseri umani hanno incrociato la mia strada, a volte mi hanno accompagnata a tratti, sempre sono riusciti a stupirmi, a farmi trattenere un attimo il respiro per la meraviglia e lo stupore. Oggi, rientrando, proprio in cima alla collina, sullo stesso grande prato su cui un paio di mesi fa incrociai un giovane cervo solitario e smarrito che con un unico balzo straordinario riuscì ad attraversare la strada passando sopra il cofano di un'auto che procedeva in senso inverso sensa nemmeno sfiorarla, oggi dicevo, ho incontrato Layla e Obi, due bellissimi pastori bergamaschi, insieme alla loro gentilissima e simpatica proprietaria. Non ho potuto fare a meno di fermarmi e fotografarli e loro di buon grado si sono messi in posa, naturalmente dopo mezz'ora di giochi sfrenati, e francamente non so, tra loro e me, chi si divertisse di più!

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo