mercoledì, maggio 01, 2013

L'OASI FELINA

 Finalmente la mattina adatta per andare all'oasi a fotografare i gatti. Il luogo è incantevole, una piccola collinetta in un quartiere periferico che sta piano piano prendendo forma. Una di quelle periferie anonime senza negozi, circondate da centri commerciali, ma con un bellissimo parco ben tenuto.
Già da fuori la recinzione vedo i gatti fuori, in mezzo all'erba, alcuni che giocano altri che sonnecchiano o si guardano pigri intorno. Poi mi vedono e uno alla volta, chi di fretta, chi stiracchiandosi pigramente prima di muoversi, mi vengono incontro, curiosi.
Passo il primo cancello e poi il secondo ed eccomi accolta da sette, otto micioni affettuosi che subito si strusciano contro le mie gambe, miagolando piano e facendo quel buffo verso che è una specie di risata gioiosa che sfocia in un coro di fusa soddisfatte.
Mi abbasso per accarezzarli e si fanno intorno e c'è chi vuole più coccole degli altri e allora diventa insistente e coraggioso al punto da saltarmi in braccio per potersi strusciare meglio contro il mio collo, la mia guancia. In un altro momento quel micio sarebbe diventato mio per sempre, come anche l'altro micio che è salito sul mio collo, come
faceva la mia Mamao...
Questi gatti sono tutti molto affettuosi e tranquilli e ben tenuti, hanno il pelo lucido e morbido e folto, segno che stanno davvero bene. La maggior parte di loro erano gatti di casa, abitavano con anziani che purtroppo sono morti e nessun figlio o nipote ha voluto prendersi cura di questi piccoli compagni di una vita. Ora aspettano una nuova adozione, una nuova famiglia che li accolga, anche se la maggior parte di loro è oramai adulta.
Nel fotografarli in questo che è il loro ambiente mi diverto ad osservare i loro caratteri, così diversi. C'è ad esempio chi vuole farsi notare in tutti i modi, quindi sale sui tetti e i davanzali delle casine per rimanere all'altezza dei miei occhi, e si produce in evoluzioni mirabolanti, cercando di richiamare la mia attenzioni con miagolii veementi se non li guardo. C'è chi mi segue passo passo e mi tiene sotto controllo, perchè è il capobanda, ma non vuole essere accarezzato, almeno non due volte di seguito. C'è chi dorme tranquillo nell'erba e non apre nemmeno un occhio anche se mi avvicino a meno di un metro. E c'è chi, appena mi chino per scattare, mi corre incontro e infila il naso nell'obiettivo della macchina fotografica, curioso di capire di che roba si tratta.  Nelle casine ci sono comode cucce calde e anche lì ci sono mici, addormentati, tranquilli, che non si scompongono minimamente dal fatto che siamo lì con le macchine fotografiche a disturbare i loro sonni. Basteth, una bellissima gatta a pelo lungo, alza la testa e ci guarda annoiata, dea dei gatti, regale. Accetta gli omaggi di coccole, ma non si concede, la dea.
Questi piccoli leoni morbidi e affettuosi sono una cura potente contro la malinconia, ti inducono all'osservazione, alla meditazione, rispettano il tuo desiderio di privacy, e sanno, misteriosamente, quando hai voglia di coccole. Non sono mai invadenti, sempre contenuti, perchè loro sanno e saggi conservano il loro nome vero e i loro pensieri più intimi.

Neve

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L'eremo