venerdì, dicembre 28, 2007

BUON ANNO!!!

Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l'anno:
voglio un gennaio col sole di aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

Gianni Rodari

sabato, dicembre 22, 2007

BUON NATALE

Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema
e come una sposa che si adorna di gioielli.
Poiché come la terra produce la vegetazione
e come un giardino fa germogliare i semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutti i popoli.
Isaia 61, 10-11


Tantissimi auguri a tutti di un Natale sereno!

mercoledì, novembre 28, 2007

La leggenda dei monti naviganti


Questo libro mi ha accompagnato per un lungo periodo, accordandosi con il mio altalenare tra città e montagna.
E' diviso in due parti, la prima dedicata al viaggio che Rumiz fece anni fa in bicicletta lungo le Alpi, con un inizio molto divertente che riguarda proprio il punto iniziale della catena montuosa.
La seconda parte è dedicata agli Appennini, viaggio fatto a bordo di una Topolino, e un paragrafo è dedicato proprio a Porretta, a Francesco Guccini, al Corno alle Scale e a quel pezzettino di montagna che a poco a poco sto imparando a conoscere. Ma ci sono racconti bellissimi anche di quell'Appennino abbruzzese, della Majella e del Gran Sasso, che ho imparato ad amare da adolescente quando con la mia famiglia si passavano le vacanze in Abruzzo, e ci sono pure racconti che assomigliano a quelli bellissimi della sorella di Giuliana, la nostra Mamma in corriera!
E c'è il viaggio, avventuroso, in casa propria, lungo strade sconosciute, alternative, perdendosi e ritrovandosi, o lasciandosi portare senza meta in luoghi straordinari. Ci sono incontri con persone straordinarie, baristi, osti, locandiere, ma anche anziani, guardaboschi, pastori, contadini, insomma, personaggi che per una cittadina come me assumono un alone da favola.
Tanti anni fa ho letto Strade Blu, di William Least Heat Moon, viaggio lungo le strade secondarie degli Stati Uniti, alla ricerca delle proprie radici, e ne ero rimasta affascinata.
Questo libro è la nostra America non ufficiale, il nostro Wild West.

giovedì, novembre 22, 2007

On the route 64!


Nell'epopea di questa mitica strada, molto tosco-emiliana, ma anche molto americana, vista l'alta frequentazione di Harley-Davidson, ho scoperto qualcos'altro che parrebbe molto americano: il dispenser del latte. E come al solito incuriosita e attirata dalle diavolerie moderne, mi sono armata di monetine e sono andata a rifornirmi. Con 2 centesimi si compra una bottiglia di plastica, con 50 centesimi una di vetro, e con 1 eurino si ha diritto a 1 litro di latte. Conveniente, considerato che in questo caso le bottiglie si riciclano.
Il latte è uno dei pochi alimenti che trovo francamente disgustosi (a differenza dei formaggi, per i quali stravedo), anche nell'odore, ma questo è un latte profumato e saporito, molto gradito ai miei figli.
Attorno a queste macchinette dispensatrici, a poco a poco, si sta raccogliendo un gruppetto di persone che inizialmente hanno cominciato a chiacchierare fra loro per darsi informazioni sul funzionamento dei suddetti dispenser e ora invece si ritrovano lì attorno come una volta ci si ritrovava attorno al pozzo o alle fontane. Si attende il proprio turno e intanto ognuno racconta la propria storia, i propri guai e le proprie gioie. Ci sono mariti anziani che con la scusa di venire a prendere il latte, si fanno il girettino pomeridiano, ci sono gli extracomunitari che cercano di risparmiare anche pochi centesimi alla volta, ci sono mogli che devono fare quadrare bilanci famigliari risicati, ci sono persone di ogni età, patiti del cibo biologico e naturale che preferiscono questo latte, trovandolo decisamente migliore rispetto a quello venduto nei supermercati.
Così comprare il latte diventa una nuova occasione di socializzazione paesana, una rivisitazione in chiave moderna di riti antichi.
E il divertimento per me raddoppia, visto che faccio scorta di latte anche per un'amica, quindi poi c'è sempre la scusa per un caffè e due chiacchiere.
Prosit!

lunedì, novembre 19, 2007

Desperate housewife!


Finalmente un pomeriggio a casa, non completamente tutto per me, viste le incombenze, appunto, da housewife, cioè da casalinga, ma a casa. E così apro il computer e mi dico: andiamo a vedere cosa scrivono i miei amici bloggers. E qui, orrore!, mi rendo conto che non riesco più a leggere con regolarità gli amici che ero abituata a frequentare praticamente ogni giorno! E soprattutto scrivo molto meno di prima. (per fortuna, diranno in parecchi!)
La distanza dal luogo di lavoro, che mi costringe ad alzate antelucane, e il doppio lavoro, ovvero l'ambulatorio pomeridiano, ultimamente mi hanno assorbito profondamente, e hanno in un qualche modo attenuato la mia famosa iperattività. Ma non c'è da preoccuparsi: ho ricominciato il corso a Milano! Così presto ci saranno nuovi racconti e nuove foto.
Milano venerdì sera mi ha accolta con un favoloso tramonto tutto rosso e un magnifico volo di stormi di uccellini che volavano come impazziti sul piazzale della stazione, prima di volarsene in luoghi più caldi, e nel cielo c'era già una luminosa falce di luna. Mi sono sentita come abbracciata da una cara amica, un grande sorriso ha riempito la mia faccia e alleggerito il mio cuore.
A prestissimo!

mercoledì, novembre 14, 2007

Mi sono convertita!


Finalmente sono riuscita a sperimentare il ristorante giapponese: meraviglioso!
Non potrò più farne a meno!

lunedì, novembre 12, 2007

Tale madre....


Ovvero, piccoli radunanti crescono!
Il mio fanciullino numero 2, assomigliandomi molto, scrive in un forum e partecipa pure alla chat annessa, e questo fine settimana ha partecipato al suo primo raduno.
Inizialmente, quando ha chiesto il permesso di partecipare, ero rimasta un attimo perplessa, poi ho pensato che pure io, la prima volta che ho partecipato a un raduno avevo fatto una sorta di salto nel buio. E poi conosco Edoardo, è un bravo ragazzo, facile a fare amicizie, ma anche estremamente attento nella valutazione delle persone. E così l'ho aiutato molto volentieri a prenotare il treno per Milano e ritorno.
Ed ora sono in trepidante attesa di rivederlo per sapere com'è andata!

giovedì, novembre 08, 2007

Segnalazione

Feowin, ovvero Isabel Green, nel suo blog il mondo di Galadriel, ha postato un bel video che consiglio a tutti di vedere.
Purtroppo tutto quello che si racconta è vero. Gli stessi racconti io li sento fare da molti pazienti, affetti da asbestosi, che vengono a fare le cure respiratorie alle terme.
http://www.feowyn.splinder.com/

martedì, ottobre 30, 2007

Gli alberi


Dalla finestra delle terme vedo il bosco. E in mezzo al bosco ci sono due alberi, diversi tra loro, ma molto particolari.
Le loro chiome si piegano una verso l'altra e i loro rami si abbracciano e si sostengono reciprocamente. Sono come due amanti che si abbracciano, squassati dal vento, bagnati dalla pioggia, scaldati dal sole, ma sempre insieme, sempre abbracciati.
Proprio come noi due, che ancora oggi ci teniamo per mano, continuiamo a guardarci negli occhi con la stessa emozione, con lo stesso amore di 24 anni fa. E' solo guardandoci indietro, guardando i nostri figli, così cresciuti, che ci rendiamo conto di quanta strada abbiamo fatto insieme, di quanto abbiamo costruito.
Siamo come quei due alberi, le nostre chiome hanno cambiato colore, sotto il sole, la pioggia e il vento che in tutti questi anni ci hanno agitato, ma siamo ancora qui, con le nostre teste che si sfiorano e le nostre mani che si intrecciano in un tenero abbraccio.
Ti amo, amore mio, molto di più di 24 anni fa!
Buon anniversario.
E piove esattamente come 24 anni fa!

lunedì, ottobre 29, 2007

Nuvole



Ci sono giorni perfetti, limpidi, in cui tutto scorre senza problemi e il sole brilla in alto.
E ci sono giorni in cui il mio cielo personale è nuvoloso e un pochino tempestoso.
Domani splenderà di nuovo il sole.

sabato, ottobre 13, 2007

Crescere!

E così ci siamo trovati davanti all'ennesimo atto educativo della nostra vita di genitori! Questa volta ci siamo trovati davanti alla fatidica domanda: domani posso dormire a scuola con la Sally, visto che c'è l'occupazione?
Ora, dell'occupazione in casa se ne era già parlato lungamente. Rudolph è rappresentante di istituto, e in casa si era parlato molto delle peripezie che l'Istituto d'Arte che lei frequenta sta attraversando in questo momento. I ragazzi hanno ragioni da vendere per protestare contro la Provincia che in questi anni si è intestardita a cambiare sede all'istituto, confinandoli in una scuola che da sempre si sapeva insufficiente per il numero di alunni che l'avrebbero frequentata, visto l'accorpamento tra Istituto d'Arte e Liceo Artistico nel tentativo di creare un unico polo artistico, e inadatta come spazi, vista la necessità di grandi e molti e diversi laboratori. La suddetta Provincia poi, visti gli spazi insufficienti, aveva promesso nuove aule in una vicina succursale, che avrebbero dovuto essere pronte ai primi di settembre e invece non lo saranno nemmeno quest'anno, con innumerevoli disagi per un intero corso che dovrà continuare nel vecchio Liceo Artistico, in scomoda coabitazione con un'altra scuola. Da genitori ex sessantottini quali siamo, avevamo caldeggiato forme di protesta di vario genere, ma non certo una occupazione che a nostro parere non ci sembrava adeguata, e che poteva ritorcersi contro i ragazzi se avesse portato danni alla scuola. Ma si sa, i ragazzi da sempre preferiscono l'occupazione e così..
A quel punto mio marito e io ci siamo lanciati, alla domanda innocente di nostra figlia, in un no, non siamo d'accordo, motivando con le argomentazioni più ragionevoli di questo mondo il nostro diniego, ma sotto sotto sapendo bene che il timore più grosso erano certe intimità che ai nostri tempi, nel nostro liceo, in seguito alle occupazioni, comportarono un certo incremento demografico. La fanciulla, più caparbia di un mulo, e soprattutto più furba di una faina, ci tallonava da vicino, cercando di farci cambiare idea, quando, all'improvviso, ho avuto una folgorazione! E così sono venute fuori le parole magiche! Testualmente, le ho detto, sotto lo sguardo prima allibito e poi complice di mio marito: Noi non siamo d'accordo che tu resti a dormire a scuola, considerato anche il fatto che tu, all'assemblea, ti eri dichiarata contraria a questa forma di protesta. Ma siccome sei maggiorenne decidi tu cosa è più adeguato fare. Speriamo solo che la tua decisione sia dettata da un reale impegno nei confronti della scuola e non certo dal semplice desiderio di fare baldoria.

Da non crederci, ci ha pensato su e alla fine è rimasta a casa!
E vigliaccamente noi abbiamo tirato un respiro di sollievo, ma di nascosto, però!

sabato, ottobre 06, 2007

Guidando...


Guidando al mattino presto i pensieri se ne vanno in libertà, mentre la radio fa da sottofondo, con il suo oroscopo del mattino, le canzoni, i notiziari. Nei paesi che attraverso le strade cominciano a svegliarsi: i primi ragazzini che escono di casa con lo zaino e vanno a prendere la corriera che li porterà a scuola, uomini e donne ancora un po' assonnati che in silenzio salgono in macchina o aspettano l'autobus, camionisti un po' arruffati che escono dai bar dove sicuramente si sono fermati per un caffè, la brioche o un panino. La strada comincia a salire e i centri abitati si fanno più piccoli, ci sono tante case coloniche e fra l'una e l'altra i campi, oramai arati, pronti a dormire, e i prati e gli alberi. Le colline sono coperte dal bosco che oramai è un tripudio di giallo e di rosso vivo. Un raggio di sole improvviso, che il sole tarda a spuntare da dietro i crinali, illumina un campanile, la facciata di una casa persi nel verde del bosco, lassù in cima.

La strada si snoda, passa davanti un prato incredibilmente rosa per quanto è ricoperto di piccoli ciclamini selvatici, un miracolo lungo una strada sempre trafficata di camion, così a ridosso di un centro abitato. Foglie gialle cadono dagli alberi sulla strada e formano piccoli mulinelli, sembrano danzare.

Ed ecco apparire il Corno alle Scale, roccioso e forte, circondato dalle colline verdi e gialle e rosse. Ci sono giorni in cui è solo una massa scura che si staglia lontano, ma a volte il sole lo illumina e allora si vedono bene i particolari, le pareti di roccia grigia e lucida venata di zone più chiare, la cima che a volte, nelle settimane scorse, si era incappucciata di uno sprazzo di neve. E questa mattina, sotto un cielo grigio e azzurro, luminoso e caldo, dorato, è comparso anche l'arcobaleno, intenso, chiarissimo, proprio davanti a me, un ponte fatato, uno spettacolo che non smette mai di stupirmi e di riempirmi di gioia e di colore.

E io guido, gettandogli occhiate e pensando che in questo momento sono come quell'arcobaleno, sospesa e protesa verso un inverno che forse sarà diverso da quello che avevo immaginato.

lunedì, settembre 24, 2007

Un tè alla salvia


Prosegue la mia "esplorazione" delle scrittrici orientali. In questo caso si tratta di una scrittrice giordana che vive in Inghilterra dal 1984 e che è molto impegnata sul tema della tutela dei diritti civili delle donne nei paesi musulmani.
Al di là della storia, è interessante come viene descritto il sentimento di estraniazione di chi vive in un paese di cultura completamente diversa da quello di origine e la fatica ad integrarsi. Salma, la protagonista, parla di sè come di un'aliena rispetto alla cultura inglese, alla quale però cerca di uniformarsi, pur rimanendo perplessa davanti a certe abitudini.
Di ciò si discuteva qualche tempo fa con un carissimo amico australiano, qui in Italia da diversi anni, che doveva decidere se tornare a casa o meno. Anche lui si sentiva "estraneo", non più australiano, ma non completamente italiano, diviso tra gli affetti lasciati là e quelli cominciati qui. E non è solo questione di affetti, ma anche di cultura, di modi di vivere. E se fra occidentali le differenze sembrano essere molto piccole e comunque si è uniti da una storia comune, tra occidente e oriente invece c'è ancora tanta strada da percorrere per conoscersi e capirsi.
Fadia Faqir, Un tè alla Salvia per Salma, trad. di Valeria Bastia, ed. Guanda, 266 pgg.

Sempre a proposito di libri, in questo mio "ritiro" porrettano mi sono anche concessa un piccolo divertimento: La sindrome di Brontolo, di Stefano Bollani, che per un momento ha lasciato il pianoforte per scrivere un divertente nonsense, molto piacevole.
Chissà perchè tutti si dimenticano sempre il nome di uno dei nani, sempre solo uno, quello che ha una connotazione positiva nel nome, mentre si ricordano sempre solo i nomi dei nani che racchiudono un difetto.
Stefano Bollani, La sindrome di Brontolo, ed. Baldini Castoldi Dalai, pgg.88

sabato, settembre 22, 2007

Catene


Il caro Maurice, ma anche la mia amica Carla, di Sunshine, mi hanno "nominata" per raccontare un po' di fatti miei in pubblico. Non è cosa tanto semplice, soprattutto per una che per lavoro passa il tempo ad ascoltare gli altri! Ma tant'è, ci proverò e sarà peggio per voi!

1. Maturità. Alla maturità scelsi come seconda materia Inglese, certa che me l'avrebbero concessa, visto che nessuno voleva saperne di sostenere l'esame in lingua!La mia prof. di Italiano, membro interno della commissione d'esame, che non aveva nessuna considerazione nelle mie capacità espressive, rimase di stucco sentendomi esporre una tesina su Walter Scott e sul romanzo storico, ovviamente tutta in inglese, con anche commenti e successiva chiacchierata con l'insegnante membro esterno, che alla fine mi fece pure i complimenti. In quel momento mi sono sentita vendicata di tutte le cattiverie e prepotenze subite in tutti quegli anni.
2. La patente. Ho preso la patente tardissimo, a 28 anni, perchè avevo paura di guidare. Ho dovuto prenderla per poter lavorare. Adesso non solo guido volentieri, ma ho anche una guida piuttosto sportiva e il divertimento più grande è guidare in montagna: più curve ci sono e più mi diverto!
3. Piscina. Ho sempre amato molto nuotare e ho cominciato prestissimo ad andare in piscina a causa di un inizio di scogliosi. Il mio sogno è sempre stato avere una piscina tutta per me senza nessuno che ti spruzza o che ti sbatte contro. Questo sogno in parte si è realizzato quest'anno alle terme: quando vado in piscina, a fine lavoro, non c'è più nessuno e io nuoto e nuoto e nuoto senza nessuno che mi disturbi! E per giunta l'acqua è calda!
4. Sport. Ne ho praticati tanti. Oltre il nuoto, ho giocato a tennis, ma ho smesso perchè sono molto scarsa e ho dei problemi a giocare senza occhiali. Ho giocato a pallacanestro, in una squadra di serie C, divertendomi moltissimo. Ho smesso quando sono andata all'università perchè dovevo studiare. Ho fatto body building, ma non in maniera estrema, perchè è divertente fare gli esercizi aiutandosi con macchine e pesetti. Ho praticato acqua gym, perchè fare esercizio in acqua è molto più efficace della palestra e si sente meno la fatica, e poi l'acqua è il mio elemento preferito. Mi piace andare in bicicletta e anche camminare a passo veloce. Ho imparato a sciare al liceo, ma non è proprio il mio sport preferito: sono rimasta a livello della curva elementare e devo dire che scio sempre con una certa apprensione, preferisco di gran lunga giocare con lo slittino. Da un anno pratico yoga con enorme passione e soddisfazione.
Non seguo nemmeno uno sport alla tv, non sono un tipo contemplativo!
5. Cucina. Adoro cucinare e pure mangiare. Mi piace esplorare le cucine altrui, vale a dire tutto ciò che non è la classica cucina emiliana, dalle altre cucine regionali fino a quelle straniere. E' un ottimo modo per entrare in contatto con le altre culture.
6. Radio. Sono una radiodipendente! Accendo la radio appena mi alzo, al mattino presto e, tranne quando lavoro, la tengo sempre accesa. Sono sempre sintonizzata sulla stessa frequenza, un po' per pigrizia e un po' perchè i programmi e la musica trasmessi non sono poi così tremendi, tranne alcune volte...
7. Foto. Da quando ho la macchina digitale mi diverto moltissimo a fotografare qualsiasi cosa! Prima o poi mi deciderò a fare un corso serio per imparare a fotografare senza tagliare teste o piedi o per centrare meglio i soggetti, e soprattutto per imparare a non sbagliare l'illuminazione!
8. Libri. Sono una lettrice accanita, ma non sono mai stata capace di fare una citazione!

E voilà, ecco qua 8 mie caratteristiche! Adesso devo trovare ben 8 persone a cui scaricare l'incombenza! Bene, direi allora di passare il testimone a: Arsenia, Galadriel, Psicopanda, mio fratello, ladygabibbo, nonsisamai, copyman e Giuliana mammaincorriera.

sabato, settembre 08, 2007

Settembre


E' arrivato settembre e il bosco comincia a cambiare colore. In mezzo al verde ormai scuro si intravedono alberi giallo oro, altri cominciano a mostrare fantastiche sfumature rosse. Nell'aria si sente il profumo dei funghi. La luce ora è diversa, il sole sorge più tardi e tramonta molto prima e durante il giorno, anche nelle ore più calde, c'è come una sfumatura diversa, limpida ma meno bianca, più rosata, quasi che il rosso degli alberi si riflettesse anche sulla luce del sole. Ora la notte fa decisamente freddo, a inizio settimana siamo arrivati a 4 gradi e sulla cima del Corno alle Scale c'era una bella spolverata di neve. Riesco a prendere un po' di sole solo nella pausa pranzo (ma sembro appena tornata dalla Sardegna!), quando esco dal lavoro verso le 6 il sole sta già nascondendosi dietro il monte, così non mi resta che trovare un posticino riparato e leggere. E allora ecco qua una piccola perla, una sorta di Paddy Clark della banlieu parigina, un piccolo antesignano dei fratellini di Malaussene, che vive a Belleville in un miscuglio di religioni e colori di pelle diversi. Si tratta di "La vita davanti a sè", di Romain Gary, ed. Biblioteca Neri Pozza, 214 pagine di risate, qualche lacrima, molta tenerezza e tantissima tolleranza! Ringrazio la mia amica Marta per avermelo regalato!

domenica, settembre 02, 2007

Vita sentimentale di un camionista


Traduzione di Maria Nicola.
Mi ha intrigato molto la scrittura di Alicia Gimenez-Bartlett. Pulita, senza fronzoli, a volte diretta quasi come un pugno.
Per Rafael, ossessionato dal cambiamento, le donne sono punti fermi a cui approdare. Ma nel momento in cui mostrano di essere autonome, capaci di scegliere e di cambiare, allora non gli piacciono più. E quando incontra una donna come lui, allora tutto il suo mondo esistenziale crolla lasciandolo profondamente stupito e ancora incapace di capire.

domenica, luglio 29, 2007

Riecco le terme!

Rieccomi a parlare delle terme.
Questa volta dal punto di vista professionale.
Questa esperienza lavorativa è davvero positiva, in tutti i sensi. E' arricchente per quanto riguarda la mia professione. Mi mette a contatto con un numero di pazienti e con un numero molto più allargato di patologie e di terapie, tale da aumentare la mia esperienza. E mi ha messo in contatto con un gruppo di colleghi specialisti veramente bravi, competenti e soprattutto con una gran voglia di condividere le loro conoscenze, per poter lavorare e crescere professionalmente, lavorando in serenità.
Potrebbe sembrare una cosa ovvia, ma non è sempre così. A suo tempo ebbi qualche esperienza ospedaliera, molto positiva per gli aspetti puramente professionali, ma talmente faticosa sul piano umano che mi portò a scegliere poi la strada della libera professione. Qui invece è piacevole lavorare.
Le terme di Porretta offrono un'assistenza veramente completa: medicina generale, ma anche specialistica: fisiatrica, otorino, dermatologica, cardiologica, dietetica, pneumologica, laboratoristica. E il team lavora in armonia, e questo si riflette positivamente sui pazienti che si sentono protetti e curati (me lo hanno confidato alcuni di loro, riempiendomi di orgoglio!)
C'è sempre, anche nei momenti di molto lavoro, il tempo per una frase scherzosa, per una risata, sia fra colleghi, sia con i pazienti. C'è sempre, a metà giornata, anche il tempo per un caffè veloce!
Sulle proprietà curative delle acque non metto alcun dubbio. Al ritorno da Berlino ero rimasta sorda da un orecchio, a causa di un bel raffreddore da aria condizionata e ho risolto il fastidio con 5 giorni di aerosol e politzer (volgarmente detto l'oliva). Ma i racconti dei pazienti, alcuni dei quali frequentatori pluriventennali delle terme, testimoniano della bontà delle acque.
Frequento quasi quotidianamente la piscina termale e l'acqua è così ricca di sali che sembra di essere in acqua di mare. Comunque, dopo avere visto la signora ottantacinquenne buttare il bastone e mettersi a ballare al festival del soul, e non solo una sera, ma per tutte e 4 le serate, sono convinta sempre di più della bontà delle cure termali anche solo nel mantenimento del proprio benessere e non necessariamente per la cura di particolari patologie.
Per chi vuole saperne di più, ecco il link: http://www.termediporretta.it/italiano/Patologie.htm

Spero che qualcuno mi venga a trovare, sarò lì fino alla fine di settembre!

domenica, luglio 22, 2007


Che dire?
Io c'ero!
E ho pure ballato sugli spalti, cantando e battendo le mani fino alle due del mattino!
This is funky! This is blues! This is SOUL!

sabato, luglio 14, 2007

Ich Bin Berliner


Tre giorni bellissimi a Berlino! Nonostante la pioggia e il freddo! La città è ancora più bella di come la vidi per la prima volta cinque anni fa. I cantieri sono quasi del tutto scomparsi e ora ha un aspetto più "definitivo", di chi ha preso oramai coscienza di sè e si incammina verso una vita finalmente normale. PostdammerPlatz è completata e non è solo un centro di attrazione per i turisti, ma è anche luogo di ritrovo dei giovani berlinesi che in questi giorni fanno la fila davanti al cinema IMAX (Renzo Piano) per vedere il nuovo Harry Potter.
Friedrichstrasse è diventata una strada elegante con i suoi grandi magazzini pieni di grandi marche famose, quasi tutte italiane (Gucci, LaPerla, Versace...) e il Check Point Charlie oramai è quasi sovrastato dalle insegne delle grandi firme.
Nefertiti con tutta la sua corte è stata trasferita all'Alte Museum, sulla Museuminsle, l'isola dei Musei, fianco a fianco al Museo di Pergamo, sui muri del quale ancora si vedono le tracce dei bombardamenti e degli spari dell'ultimo conflitto, e Picasso insieme a Paul Klee fanno bella mostra di sè in una palazzina ottocentesca davanti all'ingresso di Charlottensburg schloss, il castello della principessa Charlotte.
Ma soprattutto, a Berlino, si fa la raccolta differenziata!
Ovunque, nei luoghi pubblici, tipo stazioni, aeroporti, bar, ma anche in certi angoli di strada, si trovano i tre classici bidoncini in colori differenti e con le scritte in più lingue: carta e plastica, vetro e alluminio, altro. E nessuno si sbaglia! Tutti guardano attentamente, leggono e poi buttano nell'apposito contenitore. Solo io sono riuscita a sbagliare, ma all'areoporto Marconi. Il fazzolettino di carta l'ho buttato in quello che credevo un bidone della spazzatura, invece era quello dove vengono messi gli oggetti sequestrati all'imbarco, destinati poi ad un'opera di beneficenza! Che figura! Per fortuna non se n'è accorto nessuno!
Tornando a Berlino e alla sua raccolta differenziata, abbiamo chiesto agli abitanti del luogo come fanno, visto che di bidoni grossi grossi ai lati delle strade non se ne vedono. Presto detto, all'interno dei condomini c'è sempre una sorta di gazebo, ben mimetizzato da piante, che contiene i diversi bidoni. Ogni condomino, entro una certa ora del giorno, deve depositare dentro gli appositi contenitori le sue immondizie, già debitamente separate, pena l'ostracismo degli altri condomini, e successivamente, un giorno alla settimana, questi bidoni vengono debitamente svuotati. E la cosa funziona perfettamente: la città è straordinariamente pulita!
L'altra scoperta è stata che mangiare a Berlino è come mangiare in Italia! Ovunque ci sono PIZZERIE e RISTORANTI, nel senso che le insegne sono proprio queste, seguite da cose come: Un Sorso di Vino, Il Cacciatore, Il Cinghiale....Anche i banchetti dove prima si mangiavano solo Bratwurst, quelli bianchi, enormi, con senape e crauti, ora si possono anche mangiare pizze, niente male peraltro, e ovviamente falafel e kebab di ogni genere, visto che di solito sono tenuti da pachistani, indiani, turchi, arabi.
E finalmente il caffè è davvero espresso, e non solo negli Starbucks!

domenica, luglio 08, 2007

Pausa


Mi ero ripromessa di tenere aggiornato il blog almeno una volta alla settimana, quando torno a casa per il week- end, ma questa volta non riesco. Con il mio maritone ci prendiamo due giorni di meritato riposo e voliamo a Berlino. Per ora ho solo aggiunto qualche foto all'album di Porretta.
Buona settimana a tutti quelli che capiteranno qui!

domenica, luglio 01, 2007

Mille splendidi soli


Ecco il nuovo libro di Khaled Hosseini , che questa volta narra di donne. Ovviamente donne afgane, a Kabul, prima dell'inizio delle guerre e poi fino all'ultima. E' un bellissimo libro, pieno comunque di speranza. E' la storia di una "sorellanza" che si viene a creare fra due donne costrette dagli eventi a convivere e che imparano ad amarsi profondamente, quasi come madre e figlia.
E nel racconto ritroviamo l'orfanotrofio di Kabul con il suo direttore, non più dipinto a tinte così fosche come nel Cacciatore di aquiloni, bensì anche questo torna ad essere il luogo della speranza, la stessa che pervade tutti noi: che a Kabul le cose piano piano comincino a cambiare e che l'Afghanistan possa tornare a vivere in pace.

Khaled Hosseini, Mille splendidi soli, 434 pgg., PiEmme editore

Facciamo il punto!

Quindici giorni di lavoro.
Sono stanca, ma non distrutta.
I colleghi sono bravi, affidabili, collaborativi e simpatici.
Il personale paramedico, cioè infermiere, inservienti, fisioterapisti, massaggiatori, sono tutti molto carini e disponibili.
Il personale amministrativo è paziente sia con gli utenti, sia con me che spesso sbaglio a compilare i moduli: non sono mai stata brava a mettere le crocette negli appositi spazi. Ogni volta che mi trovo davanti a un questionario vengo colta immediatamente da una sorta di dislessia, per cui interpreto sempre in almeno 10 modi diversi anche la più semplice domanda, tipo nome e cognome: di chi? il mio? quello del paziente? quello del suo medio curante? quello della malattia? mah, la burocrazia!
A fine giornata ho sempre abbastanza tempo per rilassarmi, e questo è quasi come essere in vacanza! Ultimamente ho dovuto rinunciare alle camminate, visto che l'ultima mi ha provocato l'infiammazione dei tendini posteriori del ginocchio. Ma avevo camminato per un'ora, affrontando una salita impegnativa, per andare a vedere un paesino che sembra quello delle fate.
Così questa settimana mi sono goduta la piscina termale: acqua calda, quasi nessuno perchè oramai gli ospiti che ne hanno usufruito tutto il giorno sono andati a cambiarsi per lo "struscio" serale e per la cena.
Non mi mancano le adempienze casalinghe: apprezzo moltissimo il non dover fare la spesa, il bucato o le pulizie: qui c'è chi mi accudisce. Però mi mancano marito e figli, la loro presenza fisica, il condividere la quotidianità. E mi mancano gli amici con cui poter fare due chiacchiere. Mi manca disperatamente il pc, il poter leggere gli amici blogger e tutti gli altri, quelli di forum e chat: il telefono non basta!
Però, per quanto riguarda i figli, questa mia assenza si sta dimostrando molto positiva: si sono responsabilizzati e stanno diventando bravi e soprattutto autonomi nella conduzione della casa, nella preparazione dei pasti (e ho scoperto che incominciano a inventarsi ricette: sono gonfia come un tacchino per l'orgoglio!) e pure nell'uso della lavatrice! E accudiscono il papà in modo ammirevole! Così non ho nemmeno il più piccolo senso di colpa per questa scelta un po' pazzerella di questa strana estate lavorativa lontana da casa.

sabato, giugno 23, 2007

Dal vostro inviato alle Terme


Mi sono innamorata!
Mi sono innamorata di questo posto tranquillo, in mezzo alle montagne ricche di boschi e con tanta acqua! Rivoli di acqua fresca ovunque, limpida, che corre, che forma cascatelle e laghetti dove nuotano allegramente famigliole di paperelle e sotto l'acqua si vedono trote di ogni dimensione.
Dopo il lavoro mi metto le scarpe da tennis e vado in esplorazione dei dintorni, sempre con la mia macchinetta fotografica a portata di mano.
Ho scoperto gli edifici delle vecchie terme, ora purtroppo inutilizzati, ma ancora bellissimi, suggestivi, che risalgono alla prima metà del novecento, quando venire a passare le acque a Porretta era una cosa da gran signori e si andava a bere l'acqua medicamentosa in una specie di grotta liberty rivestita di piastrelle colorate e con il soffitto dipinto. E mentre guardo e fotografo, immagino i signori in panama bianco e le signore vestite alla Charleston, con i capelli tagliati alla maschietta e le bocche a cuore che si aggiravano nelle sale o prendevano il fresco seduti sulle sedie di ferro battuto in giardino!
Ora, nel bellissimo parco delle nuove terme, dove io lavoro, gli ospiti, vestiti in maniera informale o addirittura in tuta e scarpette da ginnastica, chiacchierano, giocano a carte, camminano a passo veloce nel percorso vascolare, si riposano e si rilassano sulle poltroncine, sempre in ferro battuto, sparse qua e là sotto i profumatissimi tigli.
E al pomeriggio si balla!

domenica, giugno 17, 2007

Con quella faccia un po' così...

Ed ecco, un girettino per Genova con un'amica e collega, non per diletto, ma per sostenere un esame, che fra parentesi dovrebbe essere andato bene.
Su consiglio di un amico, siamo andate a mangiare pesce in un luogo incredibile! In mezzo ai carrugi, incantevoli di notte, con le facciate delle chiese illuminate. Il concierge dell'albergo molto timoroso per la nostra incolumità, quando gli abbiamo chiesto se conosceva il posto, e il tassista, gentilissimo, estremamente perplesso, quasi propenso a portarci da qualche altra parte. Ma noi, indomite, abbiamo trovato il posto, e lì siamo andate. Una bettola, tenuta da Braccio di Ferro, dal suo compare Poldo e da Bluto, che serissimi ci fanno scendere lungo scalette bisunte su cui per non scivolare hanno cosparso della farina, in uno scantinato dove ci sono tavoli ricoperti di incerate a scacchi e semplici sgabelli. Siamo un po' timorose, ma nella stanza dove ci portano per fortuna c'è già una famigliona che sta mangiando.
Ci portano dei semplici bicchieri, di quelli bassi, sfaccettati, da osteria, piatti e posate e tovaglioli di carta e la lista: un foglio di carta stampato su due facciate, da una parte tutto il menù e dietro la pubblicità del locale. Poche cose, tutte caratteristiche: trenette al pesto, primi di pesce, secondi praticamente di solo pesce e stringatissimi contorni: insalata verde, insalata mista, verdure bollite, patate fritte. Ordiniamo, io una frittura di pesce, la mia amica i moscardini in umido, io insalata mista e lei le verdure cotte. La frittura è praticamente perfetta, abbondante, con le acciughine, i gamberetti e gli anelli di totano, il pesce e freschissimo, per tutto il locale c'è un profumo buonissimo di pesce. I moscardini sono saporitissimi e morbidi, non ci vuole niente a trasformarli in pezzettini duri e stopposi. Le verdure sono semplicissime, misticanza e fagiolini lessi e patate, ma più che sufficienti. Niente dolce e solo caffè, e il prezzo che paghiamo è irrisorio, oserei dire ridicolo. Gentilissimi, ma sempre molto compassati, ci chiamano il taxi e torniamo in albergo. I carrugi, volendo, non sono poi così mal frequentati!
L'indomani, dopo l'esame, ci siamo premiate con una meravigliosa farinata di ceci, altra favolosa specialità genovese.
Ora sono pronta per le terme di Porretta!
A presto.

giovedì, giugno 14, 2007

Il Club


Sei amiche, più o meno coetanee e con figli della stessa età. Con una di loro ci conosciamo dai tempi del liceo. Con le altre ci siamo conosciute davanti alla scuola elementare, quando i nostri figli hanno cominciato ad andare a scuola, e da allora non abbiamo più smesso di frequentarci. Finchè i figli sono andati alla scuola dell'obbligo, ci si vedeva ogni mattina per il caffè, poi, quando i figli sono diventati indipendenti, abbiamo cominciato a uscire a cena con una certa regolarità. I figli, sempre molto gentili con noi madri un po' sciroccate, ci hanno soprannominato Il Club...delle babbione! I mariti sogghignano ogni volta che annunciamo le nostre uscite. Noi, imperterrite, ce la godiamo un mondo e cerchiamo ogni volta un locale diverso perchè i gusti alimentari sono diversissimi e perchè ci piace molto sperimentare, ma anche perchè fino ad ora non avevamo trovato il locale che ci intrigasse, sia come luogo, sia come cucina. Ma ieri sera....forse abbiamo trovato il posto dove tornare!
Si tratta di una piccola osteria della prima periferia bolognese, situata nei locali che una volta appartenevano a un vecchio mulino. Molto graziosa. Ma ci sono state due cose che subito mi hanno deliziato e intrigato: il sorriso quasi affettuoso dei due ragazzi che ci hanno accolto, lei piccolina e inequivocabilmente incinta e lui altissimo, molto carino e ironico, e poi i centrotavola. Su ogni tavolo, al centro, era posato un libro, ogni tavolo uno diverso, da scorrere e leggere se si mangia da soli, da commentare, volendo, in attesa dei menù e poi delle portate.
L'altra sorpresa è stato il menù, con molta scelta, rispettoso della tradizione, ma decisamente rinnovato. I tempi del servizio sono stati perfetti, nè troppo corti nè troppo lunghi nonostante il locale fosse decisamente pieno, con un'attenzione quasi materna, per cui non abbiamo praticamente mai avuto bisogno di chiedere nulla, senza però sentirci il fiato sul collo!
Così la serata è trascorsa tra chiacchiere, aggiornamenti vari e tantissime risate, fra le occhiate tra il perplesso e il sorpreso degli altri avventori, decisamente molto più giovani di noi!
E dire che abbiamo bevuto solo acqua!
Purtroppo non avevo con me la fida macchinetta fotografica, ma ecco il link corredato di foto e menù: http://www.osteriasatyricon.com/
Io ho mangiato: antipasto al profumo di mare; filetto di tonno con pomodorini, olive nere e capperi, che viene servito con anche un po' di misticanza e di patate al forno; melanzane alla parmigiana (non in lista); taccolenta con crema al mascarpone, caffè.
E sono stata veramente soddisfatta!
E anche questa volta il Teorema della Meringa è stato rigorosamente rispettato!

martedì, giugno 12, 2007

Due piccole perle!


Attraverso il cibo spesso esprimo i miei sentimenti, la mia amicizia, il mio affetto. E attraverso il cibo cerco di ricordare le mie innumerevoli zie paterne o l'affetto silenzioso della nonna Imelde, la mia nonna materna. Nella vita di tutti penso ci siano ricette di famiglia che ricompaiono ad ogni ricorrenza, che fanno parte del lessico famigliare, certi antipasti che non mancano mai, o certi dolci, ma anche il riciclare gli avanzi in un modo piuttosto che in un altro.
Una mia amica carissima, che mi conosce bene, e anche per prendermi un po' in giro, visto che ultimamente l'ho riempita di marmellate casalinghe e dolci di farina di riso a causa dell'intolleranza al glutine del figlio, mi ha regalato Casalinghitudine, di Clara Sereni, ed. BUR, romanzo ma anche ricettario di famiglia, bellissimo racconto di affetti e di cucina, di tradizioni, di trasformazione delle tradizioni secondo il proprio gusto, per affermare un'appartenenza e la propria indipendenza, la propria crescita rispetto a quelle tradizioni.


Credo di avere già esternato più volte la mia passione per Anne Tyler.
Appena ho scoperto il nuovo libro, l'ho subito comprato e letto in un fiato.
Storia di due adozioni e di come queste possano unire due famiglie diversissime, una americana e l'altra iraniana. E' una storia di affetti, ma anche di donne che conservano e tramandano i ricordi e le tradizioni del proprio paese, lasciato moltissimo tempo prima, e nel contempo capaci di inventarsi una nuova vita in un paese così diverso da quello di origine.
Tenerissimo l'episodio dei ciucci, liberati nel cielo legati a palloncini e che finiscono per ricoprire tutto il vicinato, con la bambina che alla fine riesce comunque ad avere il suo ciuccio in bocca!
Noi però il problema del ciuccio lo risolvemmo in un modo molto più brillante, devo dire!

domenica, giugno 10, 2007

Paolo e Poldo


Paolo ha un nuovo amico!
Un amico che non lo lascia mai, che si agita se lui scende per fumare e lo lascia con noi. Un amico che lo segue ovunque, con un amore che traspare ad ogni occhiata!
Poldo è anziano, ha 8 anni. E' un cane saggio e a mio parere anche molto intelligente: lo si capisce da come guarda Paolo e come percepisce ogni sua variazione di voce, nonostante sia con lui solo da pochi mesi.
E' un cane tenero, morbido e molto affettuoso. Ha anche sopportato senza fiatare che gli asciugassi la barbetta dopo che aveva bevuto! E' proprio paziente!
Paolo è venuto finalmente a presentarmelo, felice: ora è meno solo.

sabato, giugno 09, 2007

E adesso musica!

Il caro Popale mi ha nominata nel suo blog, senza pensare che alla mia veneranda età spesso la memoria difetta per quanto riguarda nomi di cantanti e/o titoli di canzoni. Ma mi sono messa d'impegno cercando di scavare nella mente, e a volte anche in internet!
Allora, il primo disco acquistato è stata la colonna sonora del film Mary Poppins, comprato a metà con mio fratello, utilizzando le paghette settimanali (rinunciammo a diversi gelati!). Ovviamente poi lo imparammo tutto a memoria!
Ultimo disco ascoltato, inteso come disco in vinile, invece proprio non mi ricordo, forse un LP di Jackson Brown, ma non ci giurerei!
Il disco che mi ha cambiato la vita, in un qualche modo, è stato I'm only human, degli Human League, era appena nato il mio primo figlio e io pensavo di essere una specie di superdonna che accudiva figlio, marito, casa, lavoro, sempre con il sorriso sulle labbra ed ero invece molto in crisi. Ascoltando la canzone capii che avevo dei limiti e mi diedi una bella ridimensionata.
La copertina preferita, come Ale anche io ho sempre trovato bellissima quella di Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band, così colorata, piena di volti tutti da scoprire, una specie di "Dov'è Harry?".
La miglior colonna sonora, ovvero quella che alla fine ho imparato a memoria e che amo tutt'ora moltissimo è quella di Jesus Christ Superstar. Il film lo vidi in anteprima in Canada, dove ero in viaggio premio dopo la maturità, e appena arrivò in Italia, ci portai mio fratello che ne fu entusiasta pure lui. Tempo fa l'ho fatto vedere ai figli, ma loro non hanno mostrato lo stesso entusiasmo, anzi...
Il/la miglior/peggior cantante e il miglior/peggior gruppo di tutti i tempi proprio non saprei definirli in alcun modo! Credo che ogni epoca abbia il suo. E poi io tendo a dimenticare tutto ciò che è brutto o sgradevole. Meglio concentrare le proprie energie su qualcosa di bello e piacevole!
La canzone che avrei voluto fosse stata scritta per me è una qualsiasi della enorme produzione di Elton john e Bernie Taupin, tranne Candle in the wind, che francamente mi sembra un pochino di cattivo augurio...
La canzone che mi fa venire in mente la mia infanzia è sicuramente Nella vecchia fattoria, del Quartetto Cetra. La cantavamo sempre in coro nei vari viaggi in macchina, con mamma che era strepitosa: ci metteva pure la rana e il pesce fra i versi degli animali!
La canzone che mi fa venire in mente l'adolescenza e che in qualche modo la riassume potrebbe essere Father and Son, di Cat Stevens, anche se poi c'erano anche i Doors, oltre ai sempiterni e onnipresenti Beatles e Rolling Stones.
La canzone con cui vorrei addormentarmi e con la quale in effetti mi addormento ogni sera, è il battito del cuore di mio marito.
La canzone che vorrei per un tramonto sarebbe sicuramente il rumore della risacca in una qualche spiaggia della Sardegna, purchè assolutamente deserta!
La canzone più brutta di tutti i tempi è sicuramente quella che non vorrei sentire mai più, ma non ho idea di quale possa essere!
La canzone che mi mette ottimismo è Fiesta, di Lionel Richie, ma anche Mamma come mi diverto o le altre di Jovanotti.
La canzone che vorrei, e che ho avuto, al mio matrimonio è un inno preso da un salmo di Isaia: Io gioisco pienamente nel Signore... e quella che vorrei per il mio funerale è un altro inno, Eccomi. Entrambe mi rispecchiano moltissimo!
Non ho idea invece, e forse non c'è nemmeno, una canzone che descrive un momento della mia vita. E non esiste nemmeno la canzone della collezione dei miei genitori: i miei non avevano collezione di dischi! Però ricordo benissimo quanto mi piaceva Piccola, di Fred Buscaglione, che apparteneva alla collezione di dischi di una mia cugina. Vale lo stesso?
Invece ricordo benissimo la sorpresa di quando sentii mio padre fischiettare Hey Jude, anche se non avevo la mia collezione.
La canzone che mi fa venire in mente la prima cotta
è Killing me softly cantata da Roberta Flack, quella che mi fa venire in mente un ex amante è invece Lampada Osram di Claudio Baglioni. Non a caso era un romano!
La canzone che non conoscerei se non fosse per un amico proprio non saprei quale è. A volte invece è capitato che io abbia fatto sentire qualche cosa di nuovo agli amici!
La canzone che mi fa pensare al sesso è Futura di Lucio Dalla.
Non so proprio dire nulla riguardo alla canzone che mi fa pensare alla solitudine o la canzone più triste o la canzone per quando sono arrabbiata. Come non saprei proprio trovare le canzoni con il miglior inizio o il miglior finale.
Con gli amici di solito chiacchiero e difficilmente ascolto musica.
La canzone da cantare sotto la doccia è quella che mi viene in mente in quel momento, ma più spesso ascolto la radio e quindi è quella che stanno trasmettendo in quel momento.
La canzone che mi fa venire voglia di ballare spesso è qualcuna di Lionell Richie, ma tutto l'R&B mi fa muovere i piedi!
La canzone con il testo più originale forse è Alice di De Gregori.
La canzone che è un'ottima cover così su due piedi non me la ricordo proprio!
La canzone su cui fare l'amore potrebbe essere Te amo corazon di Prince, ma anche tante altre sue.
Non so proprio cosa rispondere sulle canzoni più nostalgica, con il titolo più bello, da sapere a memoria, su un vero amore, storica per eccellenza.
La canzone che mi è stata dedicata
, oramai secoli fa, è stata Something dei Beatles!
La canzone più inquietante non saprei dire, come pure quella per riflettere.
La canzone che ascolterei mentre sono nello spazio e si sgancia il cordone che mi lega alla navicella spaziale
è ovviamente Space Oddity di David Bowie, ma solo dopo avere ascoltato Rocket Man di Elton John.
Non ho una canzone che prima odiavo e adesso amo e nemmeno ne ho una che mi estranei dalla realtà.
La canzone da ascoltare mentre guido, considerato che uso la macchina solo per percorsi che durano oltre la mezz'ora, sono I wish you were here dei Pink Floyd (tutto l'album!), ma anche Pino Daniele, tutto!, oppure Caramella smog di Samuele Bersani, ma anche quella meraviglia che è Twenty second di Youssou N'Dour.
La canzone che ti fa più paura al buio sicuramente è la musica di Shining.
Il miglior duetto che ultimamente mi è piaciuto molto è quello di Giorgia e Pino Daniele, Il ricordo di un amore.
E non chiedetemi la canzone da dedicare a chi non la pensa come me musicalmente!
E ora spero che giochino con me Maurice, Tonksimona, la Psicopanda , Copyman e Arsenia.

giovedì, giugno 07, 2007

Vado alle terme!


Questa volta non sarà solo per piacere, ma per lavoro: mi hanno chiamata a fare il medico alle terme per tutta la stagione estiva.
Sono veramente felice: adoro le terme e Porretta è molto carina. In più verso la fine di luglio si terrà pure il Porretta Soul Festival che allieterà le mie serate solitarie, per il fatto che vado da sola, visto che il maritozzo (così detto per la sua dolcezza, ma anche per una certa rotondità) resterà in città a lavorare e i figli saranno in giro per il mondo da soli, finalmente autonomi! Con lui ci ritroveremo il fine settimana, quasi a rinnovare il periodo in cui eravamo fidanzati!
Parto il 18 di questo mese, e rientrerò a settembre, ma non vi lascerò soli: in albergo c'è internet e comunque ogni tanto tornerò a casa!

lunedì, giugno 04, 2007

Le foto


Sabato c'è stata una bellissima riunione di famiglia, con ritrovo di una grossa parte di cugini, tutti per festeggiare e vezzeggiare mio babbo, che ha attraversato da poco il traguardo degli 87 anni.
E' l'ultimo rimasto di una grande famiglia, molto unita, nonostante fratelli e sorelle fossero sparsi per mezza Italia. E come in tutte le riunioni famigliari che si rispettino, abbiamo guardato vecchi filmini, che babbo ultimamente ha fatto riversare su videocassette, e fotografie. E contemporaneamente abbiamo ricordato questo o quella zia, i nostri nonni, e tanti fatti comuni che sono la storia della nostra famiglia. Una storia lunghissima nel tempo, perchè la sorella più grande di mio babbo era nata nel 1900 e lui, ultimo di sette figli, nel 1920. E attraverso i filmini e le foto abbiamo ripassato quel lessico famigliare comune che ci lega di affetti nonostante la lontananza, e abbiamo anche potuto insegnarlo, raccontarlo ai nostri figli, che della mia famiglia conoscono solo quella piccola parte che ci vive vicino.
Io amo particolarmente le fotografie. Forse le amo più dei filmini. Perchè secondo me riescono a congelare in un attimo, in uno sguardo, l'intensità di un momento, quasi un riassunto dell'occasione in cui sono state scattate. E ho bisogno delle foto per riuscire a vedermi, meglio che in uno specchio. Solo attraverso le foto riesco a capire realmente come sono, lo specchio mi rimanda sempre solo un'immagine parziale, fugace, spesso viziata anche dal buonumore o malumore, dalle insicurezze del momento. Le foto invece mi rimandano un'immagine vera, non artefatta, assolutamente asettica e imparziale attraverso la quale posso finalmente riconoscermi.
E a volte, riguardandomi, mi stupisco: non ero poi così brutta o così grassa, oppure capisco perchè qualcuno dice che ho lo "sguardodaprof"!
E così, attraverso le foto, soprattutto i ritratti, ricostruisco la mia storia, e la storia della mia famiglia, e rendo in questo modo le mie radici più salde, capisco il mio passato, e affronto il presente con maggiore forza e consapevolezza.

sabato, giugno 02, 2007

Festa della Repubblica

giovedì, maggio 31, 2007

Ho capito!


Ora so perchè quando sono a Roma sono così euforica!


Il Cnr: cocaina nell'aria di Roma
insieme a cannabis, nicotina e caffeina


(da Repubblica on line)

martedì, maggio 29, 2007

Ho scoperto di essere una geek!


Oggi, in attesa dalla parrucchiera, mi sono dilettata in uno degli sports che prediligo: sfogliare le riviste femminili, ma solo perchè scarseggiavano le riviste di gossips e le poche che c'erano erano piene di gente a me completamente sconosciuta. E lì, in una delle più famose ed autorevoli, ho scoperto di fare parte di un gruppo che a quanto pare è piuttosto trendy!
Sono le geek, appunto.
Tornata a casa sono subito andata a consultare Wikipedia, che riporta: è un termine di origine anglosassone di etimo oscuro (forse storpiatura del termine inglese gecko - in italiano geco - come antonomasia per la particolare abilità dell'animale di incollarsi agli oggetti o in riferimento alla sua vita notturna). Indica una persona solitaria che è affascinata dalla tecnologia e dalla fantasia. Il significato di geek non coincide con quello di nerd.

La definizione di geek è cambiata considerevolmente in questi anni. Qui sotto sono riportate alcune definizioni della parola, dalle più recenti alle più antiche. Tutte sono ancora in uso, tranne l'ultima.

* Una persona che è interessata di tecnologia, specialmente all'informatica e ai nuovi media. Molti hacker non vogliono essere chiamati geek, ma nel linguaggio comune le due parole possono essere facilmente interscambiate. Fine del XX secolo, inizio del XXI.

* Una persona con una devozione verso qualcosa in un modo che la dispone fuori dal comune. Ciò può essere dovuto all'intensità, alla profondità o al soggetto del suo interesse.

* Un termine spregiativo per una persona con scarse capacità di socializzazione, spesso molto intelligente (Cfr. nerd). È stato ipotizzato che molte di queste persone soffrano della Sindrome di Asperger. Tardo XX secolo.

* Una persona che inghiotte animali vivi, insetti, etc., come forma di spettacolo nell'ambito di fiere e feste. Questa esibizione include spesso la recisione a morsi delle teste delle galline. Il Geek comunemente fa il suo spettacolo su un palco. Il termine probabilmente deriva dallo scozzese geck, che significa sciocco, oppure dal tedesco antico. XIX secolo.

Esistono diversi tipi di geek. Il geek informatico è il più noto, ma per estensione ogni campo di studi e molte realtà culturali hanno i loro geek. Per esempio esistono geek in politica, geografia, scienze naturali, musica, storia, linguistica, sport, ma anche tra i giocatori di ogni genere, tra i radio-amatori, tra i fruitori di anime e manga (rispettivamente animazione e fumetto giapponesi), più spesso detti otaku, tra gli appassionati della serie televisiva Star Trek, chiamati trekkie o trekker, e in molti altri àmbiti ancora.

Il termine geek ha sempre avuto una connotazione negativa nella società in generale, infatti essere descritti come geek tende ad essere un insulto. Il termine recentemente è diventato meno spregiativo, o persino un titolo onorifico in particolari campi o culture; ciò è particolarmente evidente nelle discipline tecniche, dove la parola è ora più che altro un complimento che indica straordinarie abilità.


In realtà con geek vengono solo indicate donne, non necessariamente single e non necessariamente esperte di informatica, che hanno l'hobby di navigare in internet e, guarda caso, di tenere un blog. Seguiva una serie di interviste a un gruppetto di simpatiche bloggers che si sono date convegno in quel di Milano.
Considerato che non mangio insetti o altri animali vivi, soprattutto le galline, che la cosa mi disgusterebbe assai, non mi dispiace di fare parte di questo ameno gruppetto.
Ma la prossima volta che ci si incontra, come minimo organizziamoci facendo intervenire pure la stampa!



giovedì, maggio 24, 2007

L'ospedale.


Odore familiare di disinfettante e medicine, dimenticati per tanti anni di lontananza, a lavorare da sola nel mio studio profumato di verbena. Ma appena lo sento tutto ridiventa subito conosciuto, come mai lasciato. Riconosco i rumori: il carrello della terapia, le barelle, gli zoccoli del personale, l'acciottolio delle stoviglie del carrello del pranzo, le voci del personale, sempre con gli stessi discorsi...Qui forse un po' più di infermiere straniere, slave soprattutto, ma anche filippine.
Mi sento a casa, mi sento al sicuro. Mi lascio prendere dagli strani tempi dell'ospedale. La frenesia della visita degli anestesisti e del chirurgo, con attimi di preoccupazione, di sospensione del respiro perchè nonostante tutto sia stato già deciso e meticolosamente programmato, lo stesso ci sono gli ultimi dubbi, le ultime perplessità, le ultime decisioni da prendere. E poi quel momento di vuoto, prima che chiamino dalla sala operatoria, le ultime chiacchiere, si guarda il soffitto, si leggono due righe, le infermiere vengono a misurare la pressione, a far firmare gli ultimi moduli.
Questa volta sono veloci, sono già in camera con la barella.
Ho salutato Lucia con il solito scherzo, ogni volta che deve rientrare in quella sala: non fare arrabbiare Pietro, è lui che ha il coltello dalla parte del manico! Ride. Fa parte del lessico famigliare: non è la prima volta, e purtroppo non sarà nemmeno l'ultima, che lo dico.
E poi l'attesa, lunga, sempre, e nella testa immagino i tempi e i gesti della sala operatoria. In passato ci sono stata tante volte, so come funziona. E anche se so che tutto andrà bene, ripeto come un mantra la preghiera "Fa che non ci siano intoppi. Fa che tutto scorra senza brutte sorprese. proteggi questa figlia meravigliosa!"
Così, mentre il tempo scorre, studio un po', leggo, vado a prendermi un caffè, ascolto i discorsi delle vicine di letto e dei loro parenti, aspetto. Quando arriverà so già che dopo un po', a guardarla dormire, verrà un gran sonno anche a me: l'anestesia viene eliminata anche attraverso il respiro. E poi controllare le flebo, la lenta discesa delle goccioline, è come contare le pecore!
E quando si risveglierà so già cosa dirà: che sete! che fame!
Finalmente esce dalla sala operatoria! E' andato tutto bene. C'è anche Marco, lei apre un attimo gli occhi e sorride felice al suo papà. Più tardi arriverà Pietro, il chirurgo, a raccontarmi dell'intervento.
Questa sera andremo a casa.
Questa sera...PIZZA!

mercoledì, maggio 23, 2007

A proposito di alimentazione...


Mi è stato spedito e divulgo.

Dedicato a tutti gli adulti contemporanei pseudo-intellettuali neuro-ipocondriaci (ovverossia, tutti noi)....
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Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un'arancia per la vitamina C e una tazza di tè verde senza zucchero, per prevenire il diabete.
Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua (sí, e poi pisciarli, che richiede il doppio del tempo che hai perso in berteli).
Tutti i giorni bisogna mangiare un Actimel o uno yogurt per avere gli “L. Casei Immunitas”, che nessuno sa bene che cosa cavolo sono, peró sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi batteri tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'infarto, e un bicchiere di vino rosso, sempre contro l'infarto. E un altro di bianco, per il sistema nervoso. E uno di birra, che giá non mi ricordo per che cosa era.
Se li bevi tutti insieme, ti puó venire un’emorragia cerebrale, peró non ti preoccupare perché non te ne renderai neanche conto.
Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a cagare un maglione.
Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone.
Facendo i calcoli, solo in mangiare se ne vanno 5 ore.
Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia: dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo il banano i denti... e cosí via finché ti rimangono dei denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, risciacquarti con Listerine...
Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore CD, perché tra l'acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore lí dentro.
Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, piú le 5 necessarie per mangiare = 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico. Secondo le statistiche, vediamo la tele per tre ore al giorno...
Giá, ma non si puó, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz'ora (per esperienza: dopo 15 minuti torna indietro, se no la mezz'ora diventa una).

Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le piante, bisogna innaffiarle tutti i giorni. E anche quando vai in vacanza, suppongo.
Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica.
Ah!, si deve fare sesso tutti i giorni, peró senza cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare la seduzione. Tutto questo ha bisogno di tempo. E senza parlare del sesso tantrico (in proposito ti ricordo che bisogna lavarsi i denti dopo che si mangia qualsiasi cosa!).
Bisogna anche avere il tempo di scopar per terra, lavare i piatti, i panni, e non parliamo se hai un cane o ... dei FIGLI???
Insomma, per farla breve, i conti mi danno 29 ore al giorno. La unica possibilitá che mi viene in mente é fare varie cose contemporaneamente; per esempio: ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta cosí ti bevi i due litri d’acqua. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca fai l'amore (tantrico) al compagno/a, che nel frattempo guarda la tele e ti racconta, mentre tu lavi anche per terra.
Ti é rimasta una mano libera? Chiama i tuoi amici! E i tuoi! Bevi il vino (dopo aver chiamato i tuoi ne avrai bisogno). Il BioPuritas con la mela te lo puó dare il tuo compagno/a, mentre si mangia la banana con l'Actimel, e domani fate cambio.
E meno male che siamo cresciuti, se no dovremmo trangugiare un ALPINITO Extra Calcio tutti i giorni.

Uuuuf!

Peró se ti rimangono due minuti liberi, invia questo messaggio ai tuoi amici (che bisogna innaffiare come una pianta), fallo mentre mangi una cucchiaiata di Total Magnesiano, che fa un mondo di bene.
Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la birra, il primo litro d’acqua e il terzo pasto con fibra della giornata, giá non so piú cosa sto facendo, sento peró che devo andare urgentemente al cesso. Così ne approfitto per lavarmi i denti....

Un caro saluto uomini e donne moderni!

martedì, maggio 22, 2007

Tanti auguri!


87 anni.
tanti auguri papà!
Sei sempre bellissimo!

lunedì, maggio 21, 2007

La casa addormentata


Spesso di notte mi sveglio, per un pensiero improvviso, o un sogno, o non so perchè. Ma sempre, da quando ero piccola, il respiro dei miei cari che dormono vicino a me mi tranquillizza, mi rassicura e mi fa da ninnananna, come se il mio cuore riuscisse a battere in sintonia con il loro cuore.
Ed è bello riconoscerli uno a uno.
La nonna russava leggermente, tranquilla, regolare. Mia madre ha sempre avuto un respiro leggero, quasi impercettibile. Mio padre invece ha dei crescendo, come una sinfonia eroica che alla fine esplode in un trionfo di percussioni. Questi suoni, questi sospiri hanno accompagnato le mie notti di bambina, mi hanno cullata nel sonno. Ora c'è il respirare profondo e tranquillo di mio marito.
E in queste notti in cui sono stata via, ci sono stati il russare regolare ed energico di mio cognato e quello piccolo, acuto, persistente della mia nipotina, e il respiro sereno di mia sorella. Perchè la piccolina, 5 anni di delicatezza e sorrisi, russa in maniera potente! Probabilmente in questi giorni aveva un po' di raffreddore, un po' di mal di gola, ma che tenerezza sentirla, nella cameretta sotto di me! Io dormivo in soffitta e da lì, luogo privilegiato e caldo, ho sentito la casa addormentarsi piano piano e sussurare, respirare e sognare, nel piccolo paese di sogno dove si rifugiano tutti i fine settimana, rimirando dal mio letto la collina di fronte, con i paesini illuminati come presepi sotto la piccola falce di luna.

mercoledì, maggio 16, 2007

Siamo tutti poliglotti


Siccome Panzallaria in un suo post ha linkato Google bolognese, vale a dire Gugol, per facilitare la navigazione, ecco qui un po' di parole chiave.

banner - bandirån
close - métt vî
computer - conpiûter, zarvlån, calcolatåur
cursore - frazza dal pundghén
delete - dscanzèla
file - documänt
font - carâter
guestbook - lîber di visitadûr
home page - prémma pâgina
Internet - la Raid däl Raid
link - ligâm
mailing list - léssta ed distribuziån; zircolèr eletrònica
Millennium Bug - Bigât dal Milenèri
mouse - pundghén
navigare - snadrazèr
open - tû fòra
pixel - pónt
save - rigésstra
send - spedéss
spam - róssc eletrònic
webmaster - padrunâz dal sît
World Wide Web - Gran Tlarè Mundièl (GTM)

lunedì, maggio 14, 2007

Stanchezza

Sono stanca....tanto stanca......ed ho tanto bisogno di riposar......

Il mondo corre veloce e faccio fatica a stargli dietro.
Ho degli esami da affrontare, dei pazienti da ascoltare, dei compleanni da festeggiare, dei genitori da accudire, dei figli da sostenere, una casa da riordinare, un blog da scrivere.

Io andrei in letargo ora!

martedì, maggio 08, 2007

Ma è meglio un uovo oggi o?......

L'anatra quando fa l'uovo sta zitta.
La gallina no!
Per questo tutti vogliono uova di gallina.
Chi avesse bisogno di uova si faccia avanti...per piacere!!!


domenica, maggio 06, 2007

W la France....


Ma non è che i francesi all'improvviso sono stati presi da un attacco di misoginia?

...e di nuovo Milano!


La magia dei navigli sotto la pioggia!
E i volti sorridenti di Giuliana e Marcello, e un po' più tardi di Alberto, il marito di Giuliana.
I quali mi hanno trascinata nella movida milanese, prima aperitivo e poi cena!
Avevo sentito parlare a lungo di happy hour, anche se mi dicono che cominci a non essere più tanto di moda, ma non avevo idea della delizia che comporta: ricchissimo e variato buffet al quale poter attingere senza posa!
E tra l'aperitivo e la cena c'è stato anche il tempo di una passeggiatina lungo il Naviglio e una visitina al vicolo delle lavandaie, piccolo miracolo della Milano del secolo scorso. E siamo pure stati allietati da un piccolo coro di ranocchie che come ci siamo avvicinati si sono messe a cantare! O forse erano pantegane poliglotte!
A cena abbiamo rigorosamente applicato il teorema della Meringa: abbiamo ordinato 4 portate diverse, in modo che ciascuno ha avuto la sua giusta porzione e si sono potuti fare scambi culturali. A proposito, la scelta è caduta su un milanesissimo ristorante: Anema e Cozze!!!!

venerdì, aprile 27, 2007

Sì, viaggiare!...


Il primo viaggio in treno l'ho fatto che ancora non avevo un anno. E, da quello che mi raccontano i miei, l'ho amato subito!
Ho sempre trovato comodi quei sedili in vellutino con il poggiatesta che si poteva anche regolare.
In treno si andava in Sardegna almeno due volte l'anno per andare a trovare i nonni e gli zii. Si prendeva il rapido, nonno comodissimo dello scomodissimo Eurostar, fino a Roma, e i tempi di percorrenza secondo me erano poco al di sopra di quelli delle diligenze! Ma Bologna è lontana da Roma. E durante il viaggio c'erano comunque, ogni volta, tanti punti di riferimento da cercare. C'erano le gallerie, soprattutto quella lunga lunga, a S.Benedetto Val di Sambro, dove si poteva vedere una minuscola stazioncina, proprio là sotto, con la scaletta che risaliva in superficie, luce improvvisa piena di movimento nel buio rumoroso della galleria. Oggi è stata smantellata e non ce n'è più traccia.
C'era la magia della stazione di Firenze, dove il treno, ripartendo, sembrava tornare indietro. E tutte le volte il babbo, prendendoci un pochino in giro, diceva: Ecco, vedete, il capotreno ha dimenticato qualcosa a casa e torniamo a prenderlo! Nell'atrio della stazione di Firenze c'era il modellino della nave Raffaello, o forse era la Michelangelo, che poi la vedemmo a Genova, nelle sue dimensioni reali, grande come un grattacielo, salpare per una crociera verso l'America.
Poi, credo verso Arezzo, c'era un castelletto in mezzo alla meravigliosa campagna toscana. E per me era già essere quasi a Roma, nonostante fossimo ancora distanti.
Era un viaggio lungo, noi bambini potevamo leggere tutto un racconto lungo di Topolino, si mangiava un panino, si facevano le corse nei corridoi, si dormiva con la testa in grembo alla mamma, ogni tanto ci si annoiava un po': Mamma, ma quando arriviamo? E ancora c'era tanto tempo per stare a guardare fuori dal finestrino. E il babbo ci portava in fondo al corridoio dove era appesa una grande carta geografica dell'Italia e seguendolo con il dito ci mostrava il percorso che stava facendo il treno. Erano le nostre prime lezioni di geografia pratica! Così, quando ci sembrava che non si potesse arrivare mai, si andava a controllare su quella carta a che punto eravamo arrivati.
Sapevamo di essere quasi arrivati quando ci si fermava alla stazione di Orte. Da lì incominciavamo a seguire il Tevere fino a quando non si percepiva la periferia della città.
La stazione di Termini era così grande, caotica, anche sporca, e incuteva sempre un certo timore. Per fortuna, all'improvviso tra la folla c'era sempre il volto sorridente dello zio Giorgio insieme a qualcuna delle mie bellissime cugine, che venivano a salutarci e a farci un po' di compagnia in attesa di prendere il trenino che ci portava a Civitavecchia. Quel trenino era così diverso dal rapido. Spesso era composto con i vecchi vagoni di terza classe, con i sedili di legno e lo sportello per scendere in ogni scompartimento.
Da adolescente il treno è diventato il mezzo preferito per raggiungere gli amici, che quelli solo di Bologna non mi sono mai bastati! C'erano da andare a trovare quelli che frequentavamo al mare, e noi si andava in vacanza non sulla riviera romagnola, come la maggior parte dei bolognesi. Noi si andava in Abruzzo! Così poi nell'inverno per mantenere i rapporti la domenica si partiva e si andava una volta a Firenze, un'altra a Verona, un'altra ancora a Padova, a Milano e poi anche a Roma, andata e ritorno in giornata! Partenza alle cinque del mattino e rientro verso mezzanotte!
Il treno è un posto interessante dove fare incontri. Una volta, andando a Milano, mio marito e io abbiamo conosciuto un Australiano, in Europa per affari, che da Roma stava andando in Germania via treno. Ci disse che era il modo migliore per avere un'idea di quello che è il paese. Non solo per i paesaggi così diversi, ma anche per le persone che salgono e scendono e condividono con te un tratto di strada.
In effetti il treno è un bellissimo salotto semovente dove si fanno conoscenze, ci si scambiano racconti, dove si può socializzare.
Sabato saremo mia figlia e io da sole, in viaggio verso Roma, occasione preziosa per godere della reciproca compagnia, viaggio tutto al femminile.

mercoledì, aprile 25, 2007

I giardini del Casoncello


Vicino all'eremo c'è un posto di fiaba creato da una sorta di fata che con pazienza, amore e determinazione ha trasformato un ammasso di rovi intricati, un pezzo di bosco abbandonato, in un luogo incantato.
Molto della flora locale è stato lasciato e semmai valorizzato, e molto è anche stato introdotto, lasciando però che le nuove piante si acclimatassero e decidessero loro come e dove posizionarsi. Gabriella, la fata, semplicemente le aiuta a trovare una nuova dimora in compagnia di altre piante e altri fiori in modo da potersi valorizzare a vicenda.
Il giardino è visitabile su appuntamento, e per piccoli gruppi. Gabriella accompagna i suoi ospiti attraverso i vari scenari: il prato delle lucciole, il giardino bianco, il bosco delle rose antiche, fino ad arrivare al meraviglioso orto-giardino. Anni fa serviva anche il tè, accompagnandolo con meravigliose torte e marmellate fatte con ciò che il giardino e l'orto producono, oppure, sempre prenotando, veniva organizzato un pranzo, ma Gabriella è praticamente da sola a seguire il giardino e quindi ha preferito semplificare, concentrandosi solo sulla visita.
L'avventura del giardino è descritta nel libro I giardini del vento, ed. Pendragon, biografia dei giardini e dell'autrice, Gabriella Buccioli
Dopo diversi anni in cui i giardini sono rimasti chiusi al pubblico, finalmente quest'anno riaprono, dal 24 aprile al 13 giugno.

lunedì, aprile 23, 2007

Due giorni all'eremo!

E finalmente l'eremo!
Con gli amici più cari. Con le persone con cui condividiamo anche il nostro cammino di fede.
Due giorni di risate e chiacchiere, ma anche di preghiere insieme. E anche due giorni di baldorie culinarie: quando siamo tutti insieme cerchiamo di dare il meglio di noi stessi! Anche perchè domenica abbiamo avuto ospiti: i bambini che faranno la prima Comunione e i loro genitori. Alla fine abbiamo messo a tavola 50 persone!
L'eremo è una canonica sulle colline bolognesi. Mio marito e io ne siamo i responsabili da 11 anni. Ci passiamo regolarmente tutto il mese di agosto, insieme a chi vuole condividere con noi un po' di vacanza. E si finisce sempre per essere un discreto numero di persone: altre famiglie con figli che vanno dai 21 anni di mio figlio grande ai pochi mesi dell'ultimo nato di una coppia di giovani sposi, persone anziane sole, adolescenti sparsi, amici ancora single, insomma una bella miscellanea di persone. L'eremo è detto così non solo perchè è una canonica con a fianco la regolamentare chiesa, ma anche e soprattutto perchè è in un luogo assolutamente isolato: niente negozi, niente ristorante, niente cinema, niente discoteche, niente computer, nè TV. E' il luogo dove si privilegiano i rapporti interpersonali, la famiglia, la natura. I massimi avvenimenti mondani di solito sono i mercati settimanali nei due paesi più vicini, la domenica e il giovedì. Quando i figli erano piccoli, in casa c'erano sempre pronti barattoli di vetro vuoti per acchiappare insetti di ogni genere per poterli osservare ben bene da vicino senza danneggiarli, e poi poterli liberare. Una volta siamo riusciti anche ad acchiappare un bellissimo rospo! E diverse volte, durante le passeggiate, la nostra strada è stata attraversata da scoiattoli o daini. Questi incontri sono i regali che l'eremo ci fa ogni volta, come anche le more a fine agosto per la marmellata, o adesso i fiori di acacia per le frittelle dolci (ma questa volta non le abbiamo fatte), oppure certi paesaggi straordinari sotto una luce fantastica, o gli arcobaleni dopo i temporali. E questa volta il regalo è stato davvero straordinario: tre piccoli cinghialetti ci hanno fatto da staffetta per un discreto tratto sulla strada del ritorno. Deliziosi, morbidi (almeno nell'aspetto), spaventati, ma così teneri!...Siam tre piccoli cinghialin.... Dopo un lungo tratto sono finalmente riusciti a trovare un varco lungo il bordo della strada e a rientrare nel bosco. Mi auguro che la loro mamma li abbia potuti raggiungere!
Non siamo riuscite a fotografarli: correvano troppo forte!

venerdì, aprile 20, 2007

Primavera!

E' arrivata la primavera! E con lei anche la distrazione, la sonnolenza, la voglia di stare sdraiati al sole come lucertoline pigre. Che poi in realtà il sole preso direttamente di solito mi dà fastidio, ma fa ancora abbastanza freschino per provare il piacere di farmi riscaldare dai suoi raggi.
Peccato però che per me incomincino i grandi lavori: tutti vogliono improvvisamente spogliarsi di quegli antiestetici cuscinetti di grasso che sporgono sotto i leggeri vestiti estivi e non permettono di sfoggiare vertiginosi mocrobikini!
Così sono completamente persa dentro il mio studio, quasi come un confessore nei confronti di chi ha commesso peccato di gola, a dispensare diete, consigli, indirizzi di piscine e palestre, tentando di convincere a cambiare abitudini di vita camminando di più e usando meno la macchina, che oltretutto sarebbe anche più corretto dal punto di vista del rispetto dell'ambiente, e evitando di mangiare due o tre cornetti salati o dolci al mattino insieme al cappuccino! Ma si sa: sarebbe più facile convincerli a cambiare religione!
Oltre a ciò, sono alla fine della mia scuola di omeopatia, oramai mancano solo due weekend, e poi ci sarà l'esame finale del primo anno. Quindi devo anche studiare. Proprio ora che invece vorrei solo trasferirmi nel mio eremo, mettermi a coltivare l'orto, fare lunghe passeggiate e soprattutto lunghe dormite!
Pazienza: aprile dolce dormire, dice il proverbio. Sicuramente maggio sarà meglio! Spero!

Io abito in un quartiere di prima periferia, con viali alberati e palazzine a tre o quattro piani o villettine costruite nel secolo scorso. Gli alberi dei viali sono in prevalenza tigli, che fra uno o due mesi riempiranno tutto il quartiere del loro intenso profumo. Ora invece liberano i semini, che sembrano essere forniti di piccole ali che li fanno volteggiare piano piano come tanti fiocchi di neve. E qualche sera fa, rientrando da una riunione parrocchiale, nel tenue profumo dei giardini che cominciano a sbocciare, una lieve tiepida brezza ha fatto volteggiare tutte quelle farfalline. E mi sono ritrovata con il naso all'insù, ad annusare tutti quei profumi e a lasciarmi accarezzare il viso da quella brezza, da quelle farfalline con un profondo senso di felicità!

Con i primi caldi, i figli, almeno i due piccoli (si fa per dire), ci hanno comunicato i loro piani ferie.
Edoardo andrà una settimana in Svezia per partecipare a un torneo di pallamano.
Lucia andrà due settimane in Sardegna con gli amici, come lo scorso anno.
Filippo già pregusta un periodo da figlio unico.
E noi? Ci siamo guardati negli occhi: quest'anno andremo via da soli! Due settimane tutte per noi. Ora si tratta di stabilire dove. L'unica cosa di cui siamo sicuri è che quest'anno vogliamo fare due settimane di mare serio, a mollo ad inseguire pesciolini!
Però che seccatura dovere programmare così presto le ferie! Mentre anche solo qualche anno fa avevo bisogno di programmare tutto per tempo, ora vorrei poter decidere dove e quando andare solo all'ultimo momento!
Quasi quasi al marito gli propongo un last minute!

giovedì, aprile 12, 2007

Chagall


A Roma abbiamo scoperto questo pittore straordinario. Io già lo conoscevo, avevo già visto alcuni suoi quadri, e ne ero rimasta affascinata. Adoravo quei violinisti sui tetti! Ma non avevo capito appieno questo artista straordinario. Marco non lo conosceva per niente.
Così, mano nella mano, ci siamo avventurati in quel mondo straordinario e fantasioso, allegro nonostante tutto, pieno di amore per le due donne che hanno condiviso con lui la vita. Che meraviglia essere viste sempre belle, giovani, desiderabili anche dopo tanti anni di matrimonio!
E credo che questo lo abbia percepito anche Marco...
L'allegria e la serenità pervadono sempre tutti i quadri di Chagal. E dove il tema si fa serio, come in quelli a sfondo religioso, si percepisce una profonda meditazione sulle proprie origini, la serenità di un uomo che ha a lungo meditato,anche sul cristianesimo, e che comunque è profondamente legato alla religione dei padri. Guardando quei quadri, soprattutto quelli delle crocefissioni, mi sono tornati in mente i libri di Chaim Potok, uno dei miei autori preferiti, e soprattutto Il mio nome è Asher Lev e Il dono di Asher Lev.
E il ricordo torna a Reims, alla cattedrale e alla vetrata centrale, sull'abside, e all'emozione che provammo nel vedere come un ebreo avesse avuto tanta sensibilità nel raffigurare scene non solo dell'Antico Testamento, che ci è comune, ma anche del Nuovo Testamento.
E di questa mostra mi sono portata a casa non solo il catalogo, ma anche la leggerezza, che non è superficialità, e che a volte mi sfugge, io sempre con i piedi troppo solidamente piantati per terra.
E' necessario volare, di tanto in tanto!

mercoledì, aprile 11, 2007

La rabbia e la ragione.

Rabbia! Per dover abbandonare un lavoro ben fatto. Qualcosa che stava dando frutti e che aveva una profonda ragione di essere.
Rabbia, perchè ciò che era stato costruito poteva essere un'oasi di vera pace e cooperazione.
Il timore che chi resterà possa non riuscire a continuare, venga sottoposto a pressioni, sia costretto anche lui a lasciare.
Rabbia, sapendo che chi più ha bisogno probabilmente verrà abbandonato!
Rabbia, perchè ci si sente abbandonati persino dal proprio governo.
Pubblico il testo che lo staff di Emergency ha diffuso per spiegare la scelta del suo ritiro, per ora temporaneo, dall'Afghanistan.

11 aprile '07 - Emergency ritira temporaneamente
lo staff internazionale dall'Afganistan

Nella giornata di oggi, mercoledì 11 aprile, il personale internazionale di
Emergency ha lasciato Kabul diretto a Dubai. Il significato e le ragioni di questa
decisione sono contenuti nel testo che segue, che verrà diffuso anche in
Afganistan, in inglese e nelle lingue locali.
Il personale internazionale di Emergency esce dall’Afganistan.
A seguito delle vergognose affermazioni del Sig. Amrullah Saleh, responsabile
dei Servizi di Sicurezza afgani, che in una intervista a un quotidiano italiano
ripresa dalla stampa internazionale ha definito Emergency una organizzazione
che “fiancheggia i terroristi e persino gli uomini di Al Qaeda in Afghanistan”,
facciamo appello ai tanti cittadini afgani che hanno conosciuto il lavoro di
Emergency nei Centri Chirurgici di Anabah, di Kabul, di Lashkargah, nel Centro
medico e di Maternità del Panjsheer, nelle 25 Cliniche e Posti di Pronto
Soccorso, nelle 6 Cliniche all’interno delle prigioni.
Dal 1999, le strutture sanitarie di Emergency hanno fornito assistenza gratuita
e di alto livello a oltre 1.400.000 cittadini afgani. Facciamo appello a loro, alle
loro famiglie, ai cittadini dell’Afghanistan perché si uniscano a noi nel ricordare
al Governo afgano il carattere umanitario e neutrale del lavoro di Emergency in
Afghanistan, volto a fornire cure a tutti, senza discriminazione politica, etnica,
di genere, religiosa.
Il Governo afgano sta invece ricorrendo a ogni mezzo perché Emergency lasci
l’Afghanistan: non solo con le terroristiche dichiarazioni di Amrullah Saleh - che
suonano come un aperto invito a colpire la nostra organizzazione - ma anche
attraverso la scandalosa e immotivata detenzione del capo del personale
dell’ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, che a nome di
Emergency ha messo a rischio la propria vita per salvare quella altrui.
Oggi, 11 aprile 2007, Emergency é stata costretta a ritirare temporaneamente
il proprio staff internazionale dall’Afghanistan per ragioni di sicurezza. Per il
momento, le strutture sanitarie di Emergency continuano a funzionare grazie
alla competenza e alla dedizione dello staff afgano.
Se in futuro le strutture di Emergency non saranno più in grado di fornire gli
stessi servizi, sappiano i cittadini afgani che la responsabilità è interamente del
loro Governo che ha gettato accuse infamanti sulla nostra organizzazione,
mettendo a rischio la sicurezza dei nostri pazienti, del nostro staff afgano e
internazionale.
Emergency continuerà ad essere vicina alle sofferenze del popolo afgano, a
quei milioni di civili innocenti che da decenni subiscono la atrocità della guerra.

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo