lunedì, maggio 18, 2015

Resurrexit sicut dixit


Foto di Ottavio Capece.
Cantare in un coro è un'esperienza fantastica. Ci sono condivisione, aiuto reciproco, complicità.
C'è la gioia di imparare a trasformare la propria voce da una specie di rumore in qualcosa di armonioso e bello. E c'è la meraviglia di scoprire che con la voce e con la musica si può giocare tutti insieme, e anche pregare, con un'intensità straordinaria, particolare, che ci fa diventare tutti un solo respiro, una sola voce. Come quando si pratica yoga. Il respiro di tutti sostiene tutti e si trasforma in un'onda melodiosa che si espande per arrivare a chi ci ascolta. E l'anima vola, si innalza, corre su per le volte e fa le capriole, piena di gioia.
Grazie Irene, grazie Schola Chantorum! E grazie anche al gruppo Helianthus, che con i loro strumenti, copie di quelli antichi, ci ha restituito le sonorità cinquecentesche.

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