venerdì, dicembre 24, 2010
mercoledì, novembre 10, 2010
Metti un finocchio a cena: buon appetito, mister B.
Un gruppo di blogger, stanchi delle espressioni insultanti del Presidente del Consiglio nei confronti degli omosessuali e dei suoi atteggiamenti sessisti ed omofobici, ha lanciato questa bellissima idea, ispirata dalla manifestazione organizzata dall'Arcigay di Firenze che si è tenuta sabato 6 novembre, con lo slogan: Porta un finocchio per Silvio. L'idea è scrivere oggi, sul proprio blog, indipendentemente dal fatto che tratti di cucina o meno, una ricetta a base di finocchi, non importa anche se è già stata pubblicata. Il banner, per chi lo volesse aggiungere al proprio blog, lo si può trovare qui:
http://lagaiaceliaca.blogspot.com/2010/11/metti-un-finocchio-cena-buon-appetito.html
Ecco la mia ricetta, già pubblicata sul blog Le ricette del coniglio, ma volentieri la ripubblico. L'ho chiamata: I finocchi di Cecio, perchè la ricetta me l'ha passata una carissima amica romana che ha questo nickname.
Pulire due o tre finocchi, tagliandoli a spicchi abbastanza sottili. In un tegame fare soffriggere leggermente in poco olio uno spicchio di aglio tritato finemente (ma è facoltativo), aggiungere gli spicchi di finocchi e far rosolare a fuoco dolce. Dopo un po' aggiungere poca acqua tiepida in cui si è fatta sciogliere una bustina di zafferano e mescolare bene. Continuare a cuocere fino a quando i finocchi sono cotti, ma non troppo, devono rimanere un po' croccantini, e fino a che il sughetto non si sia asciugato del tutto.
Io ho provato anche la variante con il curry, ed è altrettanto appetitosa.
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martedì, novembre 02, 2010
La Certosa di Bologna
La Certosa è relativamente recente, fondata nel 1801 su preesistenti strutture trecentesche poi soppresse da Napoleone, e non è grandissima, ma era una delle tappe del Grand Tour dei giovani nobili europei dell'800.
Oggi ne ho approfittato e dopo essere andata a trovare Lucia, mi sono messa a passeggiare tra i chiostri, questa volta cercando le statue che Mauro ha ritratto con tanta accuratezza e tanto calore, rendendole belle nonostante l'incuria del tempo. E mi sono soffermata a guardare le immagini, a leggere nomi e cognomi e date, a pensare a quelle persone, a immaginare quali potevano essere le loro storie, alla loro tristezza così simile alla mia.
Ho pregato per loro e la tristezza si è sciolta in un grande senso di pace.
Per chi vuole vedere le foto di Mauro Daviddi, questo è il link: http://www.certosadibologna.info/
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mercoledì, settembre 29, 2010
Napul'è...
Napoli ci accoglie sempre un po' sgaruppata e sotto una fitta e calda pioggia che si esaurisce in pochi minuti. C'è una luminosità nell'aria, nonostante la pioggia, che ancora appartiene all'estate. Ed ecco il traffico caotico, rumoroso ma anche paziente: la gente, e anche noi, attraversiamo senza curarci dei semafori o se siamo o meno sulle strisce e nessuno suona il clacson o lancia invettive, semplicemente rallentano, ti lasciano passare e poi ripartono. Passeggiamo lungo i vicoli del Decumano e restiamo incantati ancora una volta dalla bellezza delle facciate dei palazzi e delle chiese barocche nonostante gli intonaci sgretolati, le erbacce che crescono ovunque e lo smog che forma una patina nera su ogni fregio, su ogni ricciolo. Ci fermiamo per un po' in quell'isola felice che e' piazza Bellini ad ascoltare un pianoforte e le voci di un soprano e di un tenore che escono dalle finestre aperte del conservatorio. E' bella Napoli, ci stupisce ogni volta nonostante tutto.
domenica, settembre 19, 2010
Kitchen
La cucina è davvero il luogo degli affetti, che passano attraverso la preparazione del cibo, e poi attraverso la sua degustazione: sapori e profumi di casa. E ieri ho cercato di recuperare le abitudini di prima con Filippo ed Edoardo. Abbiamo cucinato insieme, mi hanno aiutata a preparare la cena, e lì, mentre sbucciavamo patate, affettavamo pancetta e grattugiavamo il formaggio, sono ricominciate quelle chiacchiere tra madre e figli, i racconti sugli amici, sullo studio, i progetti di un viaggio con i compagni dell'università.
E abbiamo riso degli scherzi che ci facevamo, con leggerezza e allegria. Abbiamo progettato il pranzo di oggi, e dentro quel progettare c'era il ricominciare a vivere della nostra famiglia, che si era persa per un po'.
Ora non resta che tornare a casa, alla nostra casa rinnovata, speriamo presto: ci manca la nostra cucina!
A proposito, ieri sera abbiamo preparato il tortino di patate e pancetta.
venerdì, settembre 17, 2010
Caos calmo

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sabato, settembre 04, 2010
La vecchina dei fiori
Il 30 agosto se n'è andata per sempre. Era un personaggio caratteristico a Bologna, come Settecappotti o come Beppe Maniglia. Girava per il centro con un cesto di fiori rigorosamente di stagione, e con gli abiti e il cappello assortiti con i fiori che vendeva. Io la ricordo ancora abbastanza giovane e i fiori erano sempre freschi, ma poi con il passare degli anni quei fiori li aveva sostituiti con quelli finti, di stoffa.
Noi la conoscevamo bene, la incontravamo tutte le volte che andavamo a pranzo al Pappagallo. Lei entrava per vendere i suoi fiori, ma se c'era poca gente Ezio, il proprietario del ristorante, le faceva preparare un tavolo e le offriva il pranzo. Lucia la prima volta che la vide spalancò tanto di occhi e non le tolse gli occhi di dosso fino a che la vecchina non si avvicinò chiedendole se le piacevano i suoi fiori. Lucia era così emozionata che si limitò a fare sì con la testa, incapace di dire una parola. Allora la vecchina le chiese se le piaceva anche il suo vestito e Lucia annuì di nuovo: era una persona così straordinariamente lontana dalle persone che lei, bimba di 4 anni, conosceva, così esotica da continuare a guardarla incantata a bocca aperta. La signora le volle regalare un mazzolino di violette, che a lungo sono rimaste in un vasetto sulla mensola sopra il letto di Lucia.
Altre volte l'abbiamo incontrata, e ogni volta le abbiamo comprato un mazzolino di fiori, anche se oramai quell'incanto da favola era finito. Ma per Lucia è sempre rimasta davvero la Fatina dei fiori.
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venerdì, settembre 03, 2010
Ciclamini
Segno della stagione che lentamente cambia, nonostante ancora le giornate siano piene di sole, calde, piacevoli. Ma la luce è già diversa, non è più così forte, è più dolce.
La fine dell'estate è la mia stagione. Sono nata all'inizio di settembre e ne conosco il segreto profumo, la luce che comincia a diventare obliqua, le giornate limpide e calme ma già piene di aspettative per il prossimo autunno, per il prossimo inverno.
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venerdì, agosto 27, 2010
SPAM
Ho dovuto riguardare post dopo post, commento dopo commento e ho dovuto eliminare tutto quello che menti perverse, stupide o ignoranti avevano aggiunto a tutti quei pezzetti della mia vita che avevo messo in rete.
Sarà che non mi verrebbe mai in mente di andare a sporcare in casa d'altri, ma proprio non capisco che gusto certa gente provi nel mettere stupide frasi, o pubblicità erotiche proprio in un blog come il mio! A volte ho avuto come l'impressione che certe frasi fossero quasi dei messaggi criptati per qualcuno.
Soprattutto mi ha ferita l'indelicatezza di sovrapporre tutta quella schifezza a momenti particolarmente toccanti della mia vita, a momenti difficili in cui ho messo a nudo la mia anima.
Ora cercherò di fare le pulizie con regolarità, in modo da evitare tutta quella spazzatura.
Una cosa positiva comunque c'è stata: rivedere questi ultimi 3 anni e scoprire che nonostante tutto i momenti di felicità sono stati comunque davvero tanti.
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venerdì, agosto 20, 2010
Un incontro porrettano
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giovedì, agosto 19, 2010
Debolezze...
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martedì, agosto 10, 2010
Un aiutino....
Ho bisogno che qualcuno mi rinfreschi la memoria: ma quali sono le cose che questo governo ha attuato per il benessere del Paese? Non riesco a ricordare....
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martedì, agosto 03, 2010
Libri del mio cuore
Piccoli libri comodi da tenere in borsa o in tasca, fedeli compagni delle mie giornate. Sempre belli anche dopo essere stati strapazzati su treni, autobus, in posta, nelle sale d'attesa, in ospedale ma anche a letto o stesa su un comodo divano. Eleganti nella scelta delle immagini e nei colori delle copertine.
E bellissimi titoli e magnifici autori. Spesso piccoli tesori preziosi, magari poco conosciuti, ma golosi come raffinatissimi dolci.
E tutto questo grazie ad Elvira, appassionata e raffinata editrice.
Addio Elvira Sellerio, e grazie.
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martedì, luglio 27, 2010
Luna piena di luglio
La luna piena di luglio ha portato a Bologna un evento per il mondo dello yoga italiano. Per la prima volta John Friend ha svolto a Bologna un workshop di due giorni, unica tappa italiana nel suo lungo tour europeo. E io sono riuscita a partecipare!
La situazione era molto simile a quella della foto: tantissimi appassionati a praticare insieme, nonostante i diversi livelli di preparazione.
E' straordinario praticare così in tanti, si viene a creare come una corrente empatica che ti permette di tenere posizioni difficili sostenuta dalla presenza degli altri, dal loro respiro che diventa anche il tuo, dalla loro energia. Improvvisamente ci si muove tutti insieme, con armonia, come se si fosse guidati tutti da una stessa musica, coordinati. Ci si allinea tutti sullo stesso respiro, concentrati, ma attenti a chi ci è intorno e attenti alle parole del maestro. Che non è solo un maestro di una disciplina sportiva, ma diventa un maestro di vita. E praticando così intensamente capisci che corpo e spirito sono intimamente legati, che non possono vivere separatamente, ma che il benessere dell'uno è anche il benessere dell'altro. E realizzi anche che il tuo spirito, il tuo respiro, sono solo una piccola parte di un tutto, tanto più esteso, che è l'umanità. Quell'Ohm cantato tutti insieme diventa un unico potente suono che vibra e fa risuonare tutti sulla stessa frequenza. E improvvisamente esegui posizioni che normalmente a lezione non riesci a sostenere, quasi che la presenza degli altri sia sufficiente a farti capire dove sbagliavi, ti dia il coraggio per osare qualcosa di più. E allora sorridi, e scopri di avere più coraggio e più forza di quello che pensavi.
Grazie John, mi hai dato molto più di due giorni di attività fisica!
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mercoledì, luglio 14, 2010
Ricomincio da qui
Ricomincio da qui, dal parco delle terme di Porretta, il luogo dove lavoro da quattro estati.
Ricomincio a scrivere, o almeno mi sforzo....
Ricomincio a vivere, o almeno cerco....
La solitudine, il molto tempo a disposizione, il tanto nuotare aiutano a elaborare il lutto. E' come se all'improvviso riacquistassi il tatto, la sensibilità del corpo anestetizzato da troppo tempo. Ricomincio a prendermi cura di me. E finalmente posso godere del sole e del vento sulla pelle, del profumo intenso delle rose e della lavanda nel parco, della nidiata di otto paperini appena usciti dal guscio e che già nuotano dietro la loro mamma anatra, del cinghiale che dalla mia finestra in albergo ho visto bere nel fiume.
Ricomincio senza Lucia. Guardo la sua foto e mi ricordo com'era abbracciarla, il profumo dei suoi capelli, come sorrideva e si scostava ridendo. Mi manca, tanto. Ma penso a tutto quello che siamo riuscite a fare insieme, e il mio cuore è in pace.
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venerdì, marzo 26, 2010
Primavera
Che dice la pioggerellina di Marzo?
Angiolo Silvio Novaro
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?
Passata è l’uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscira’ Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d’ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini ed anche
di stelle di mandorlo, bianche...
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?
Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto.
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sabato, febbraio 27, 2010
Invictus
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giovedì, febbraio 04, 2010
La prima cosa bella
Ieri sera, invogliati da Sandra, amica cinefila, abbiamo deciso di andare con lei al cinema. In un qualche modo dobbiamo ricominciare a vivere, altrimenti rischiamo di rimanere intrappolati dentro il nostro dolore, dentro il nostro lutto. Sandra era un po' perplessa, avendo letto la trama, noi eravamo pressochè ignari. Ed è stato una piacevole sorpresa. E' la storia di un figlio che costretto dalle circostanze torna a casa per aiutare la sorella ad assistere la madre morente di cancro nelle ultime settimane di vita che le restano e attraverso i ricordi si riconcilia con lei ma anche con sè stesso. E' una bella storia di amore, anzi, di amori: quello della madre per il padre, nonostante la gelosia e la violenza di lui, di amore per i figli, al punto da nascondere persino a sè stessa certe umiliazioni, certe violenze da parte degli uomini ma anche dalla stessa sorella, di amore dei figli verso la madre, che decidono di riportarla a casa dall'ospedale e di oganizzarle una festa di nozze con l'uomo che comunque l'ha sempre rispettata e difesa e capita. E c'è il profondo amore per la vita di questa madre che nonostante tutte le vicissitudini, la fatica di vivere, la ribellione di un figlio amatissimo ma molto chiuso, riesce comunque sempre a vedere i lati belli della vita, riesce a continuare ad amare profondamente e a capire i propri figli e a perdonarli.
Sandra temeva che, davanti alla situazione di malattia, avremmo potuto soffrire, invece è stato consolante rivedere sullo schermo le nostre scelte. La sera che Lucia è morta, subito dopo la sua morte la casa si è riempita di suoi e nostri amici e abbiamo vegliato per lei recitando il rosario e cantando, e lo stesso è stato due giorni dopo al suo funerale: non applausi, ma tanti canti gioiosi, una messa pasquale come lei avrebbe voluto, e dopo una vera festa a casa, con gli amici più amati, con tutta la famiglia riunita, una famiglia allargata anche a chi non ha con noi legami di sangue, ma di affetto. Lo stesso abbiamo ritrovato in questo piccolo film, che non è un capolavoro, ma che con pudore, in punta di piedi, anche con ironia, parla di grandi sentimenti e di scelte coraggiose.
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sabato, gennaio 30, 2010
La buona sanità
Da quando Lucia si è ammalata non abbiamo mai dovuto preoccuparci di quanto avremmo speso per tutte le cure che ha dovuto sostenere, anche per quelle avute, per ben due anni, fuori regione. Non abbiamo mai speso nulla per le risonanze e le tac, nè tantomeno per il piccolo catetere venoso sottocute che le ha permesso di fare tutte le terapie infusionali rispettando le sue vene, "giocattolino" del costo di circa 6oo €, e che le ha permesso una vita assolutamente normale, come fare la doccia e andare anche in piscina e al mare nei periodi in cui non doveva sottoporsi alle terapie. Le stesse chemioterapie avrebbero dei costi esorbitanti, addirittura di migliaia di euro, se non ci fosse un Sistema Sanitario Nazionale. E grazie all'ASL abbiamo potuto tenere a casa Lucia nell'ultimo periodo della sua vita, supportati in tutti i modi. L'azienda sanitaria locale ci ha fatto avere tutti gli ausili necessari: il letto con le sponde e la "capra", cioè il supporto per aiutarla a sollevarsi a sedere sul letto, la carrozzina con il poggiatesta, supertecnologica, l'ossimetro per tenere sotto controllo la saturazione di ossigeno, la sedia girevole per permetterle di entrare nella vasca da bagno senza dover fare la fatica di scavalcare il bordo della vasca, la bombola dell'ossigeno, tutto il materiale per le medicazioni, tutto ciò che serviva per la terapia infusionale e per la nutrizione parenterale (una sacca per la nutrizione costa diverse centinaia di euro e se ne usa una al giorno), addirittura i pannoloni. Ma soprattutto siamo stati supportati ogni giorno da personale infermieristico estremamente professionale ed estremamente umano, che ha partecipato emotivamente con noi a tutta la vicenda di nostra figlia, che non ci ha lasciati mai soli e ha sempre risposto con sollecitudine ed affetto ai nostri bisogni, al punto da sollecitare personalmente anche una visita del neurochirurgo, a domicilio, per medicare meglio Lucia.
Ci potrebbe essere l'obiezione che essendo medici entrambi, Marco e io, probabilmente si sono dati da fare di più che in altre situazioni. Non è così. Se il medico curante dell'ammalato è un medico attento, che vuole davvero seguire i suoi pazienti e non solo imbrattare delle carte, allora le cose funzionano molto bene, lui coordina e dirige tutta l'equipe, richiede gli esami, decide le terapie e le consulenze degli specialisti e gli infermieri eseguono, proprio come se fossero in un reparto ospedaliero: portano i farmaci, mettono e tolgono le flebo, fanno le medicazioni. Inoltre, per i primi 40 giorni gratuitamente, sono venuti ogni giorno gli assistenti domiciliari che aiutano e consigliano i parenti nella gestione del paziente allettato (come muoverlo, come cambiarlo e lavarlo e così via). Allo scadere dei 40 giorni, a seconda delle possibilità economiche della famiglia, il servizio viene erogato a pagamento oppure passa in gestione al Comune, ma la cooperativa è la stessa, e quindi gli operatori sono gli stessi. Anche gli assistenti hanno sempre fatto il massimo per Lucia, sono sempre stati di una gentilezza e delicatezza con lei veramente grande, per non metterla in imbarazzo e sempre molto attenti ad aiutarmi quando era necessaria una mano in più.
Tutta questa attenzione, questa dedizione, questa professionalità sono state erogate con soldi pubblici, non abbiamo avuto bisogno di rivolgerci ad associazioni private, per rispondere a bisogni importanti dei cittadini. Si tratta di una assistenza praticamente ospedaliera, ma a domicilio, che per i pazienti può significare un comfort maggiore che in ospedale (ad esempio poter mangiare le cose che si desiderano agli orari che si preferiscono), e significa avere sempre il conforto dei famigliari sempre vicini. Per l'azienda sanitaria locale il costo di tutto è sicuramente inferiore a quello di un ricovero ospedaliero.
Ora, se qui a Bologna è possibile avere una assistenza così qualificata senza dover spendere un euro, perchè in tante altre regioni non è possibile?
Se ci fosse una preponderanza della sanità privata, come succede in molte altre regioni italiane, anche del Nord, i costi per i pazienti sarebbero altissimi, tutto sarebbe a loro carico, molti non potrebbero curarsi.
Il modello americano, legato alle assicurazioni private, è un modello ingiusto, che non copre mai completamente i pazienti, anzi, li lascia soli proprio quando invece hanno più bisogno.
Facciamo in modo che il Servizio Sanitario Nazionale resti pubblico!
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giovedì, gennaio 28, 2010
Lucia
Oggi è stata una bellissima serata!
E' bello vedere i propri amici riuniti tutti insieme, è bello vedere tutti ridere e divertirsi insieme!!
Molto spesso non si pensa a quanto possono essere importanti i propri amici...solo quando è troppo tardi ce ne rendiamo conto!
Dopo tutto quello che ho passato e che sto passando mi sto rendendo sempre più conto che gli amici sono una delle cose più importanti nella vita!! E non solo di questo mi sto accorgendo ma che nella vita ci sono molte cose superflue e che queste cose vanno eliminate perchè sono false cose importanti!! Ad esempio molti atteggiamenti, molte cose che ci sentiamo dire bisognerebbe lasciarle passare avanti, farle scorrere via come se neanche ci toccassero...perchè se ci facciamo toccare da tutte le cose che ci sentiamo dire ogni giorno non abbiamo la speranza di poter andare avanti...
Inoltre bisogna vivere la realtà perchè se si vive immaginando/sperando in cose impossibili non si vive la vera vita...
Forse è stupido da dire o da pensare ma dopo l'improvvisa morte di mio nonno e il mio ammalarmi, ho capito che non si può dare nulla per scontato e che non si ha tempo per rimandare le cose perchè se le cose si rimandano va a finire che poi quando ti decidi a farle è troppo tardi...e che non avrai più l'occasione per dire ciò che avevi nel cuore e che a volte ci si tiene dentro per pigrizia o perchè viene dato per scontato...
Lucia, 27 aprile 2008, la sera prima della sua prima chemioterapia.
Lucia si è spenta lunedì 25 gennaio 2010, esattamente 2 anni dopo la morte del nonno.
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