CI SIAMO!!!

Il tema che ne consegue, si rifà
ad una suggestione, al concetto di ciò che l’acqua porta con sè nel suo
scorrere, sotto varie forme, sulle cose del mondo, sulle persone e sulla Terra.
Secondo varie teorie, nell’acqua
rimane una memoria, una traccia di questo passaggio, che essa trattiene dopo
aver attraversato la “sostanza”.
Le immagini presentate intendono
fermare questa idea su carta fotografica, per comunicare un’emozione, un
momento, un ricordo, appunto, differente per ogni persona coinvolta nel
progetto.
Si può ben immaginare quanto fino
ad ora si sia già scritto, detto e anche rappresentato, con tutte le tecniche
delle quali l’arte si serve per arrivare a noi. Eppure molte altre possibili
letture del tema rimangono ancora inespresse. Ma proprio questa, ci pare, sia
la magia del gioco al quale abbiamo partecipato.
Cristina Villani (per FotoGrafiando)
Sta nella nuvola e nel pozzo,
nella neve e nella noce di cocco,
negli occhi e nel fiume,
nell’arcobaleno e nel lago,
nel ghiaccio e nel vapore della pentola sul fuoco,
nella bocca.
È la maggioranza della superficie.
È la maggioranza del corpo.
Una persona è acqua che cammina, dall’acqua di placenta all’acqua del sudario.
In ebraico è plurale, màim, acque.
In francese è una vocale sola, eau, ô.
In greco e in tedesco è neutra.
In russo e nelle latine è femminile.
Dal fondo del pozzo avverte il terremoto.
Fa tremare il ramo scortecciato in mano al rabdomante.
La sua avventura chimica è prodigio, ossigeno più idrogeno,
ad accostarli, esplodono.
Spegne fuoco, anche quello dei vulcani.
Fa il pane, fa la pasta.
È nel bianco e nel rosso dell’uovo. È nella sua buccia.
È nella carta e nel vino, nelle ciliege e nelle comete.
Chi la spreca verrà assetato.
Ho visto città al buio andare coi secchi al fiume,
ho visto Mostar e Belgrado.
Ho visto il Danubio avvelenato dalle rovine di Pancevo.
Chi sporca l’acqua verrà sporcato.
Secondo Geremia la voce di lod/Dio è chiasso di acque nei cieli.
Giusta sarà la sorpresa di chi ascolterà la prima domanda, appena morto:
«Quant’acqua hai versato?».
Ognuno di noi sarà pesato a gocce.
Erri De Luca da “Acqua in comune: istruzioni per l’uso”
nella neve e nella noce di cocco,
negli occhi e nel fiume,
nell’arcobaleno e nel lago,
nel ghiaccio e nel vapore della pentola sul fuoco,
nella bocca.
È la maggioranza della superficie.
È la maggioranza del corpo.
Una persona è acqua che cammina, dall’acqua di placenta all’acqua del sudario.
In ebraico è plurale, màim, acque.
In francese è una vocale sola, eau, ô.
In greco e in tedesco è neutra.
In russo e nelle latine è femminile.
Dal fondo del pozzo avverte il terremoto.
Fa tremare il ramo scortecciato in mano al rabdomante.
La sua avventura chimica è prodigio, ossigeno più idrogeno,
ad accostarli, esplodono.
Spegne fuoco, anche quello dei vulcani.
Fa il pane, fa la pasta.
È nel bianco e nel rosso dell’uovo. È nella sua buccia.
È nella carta e nel vino, nelle ciliege e nelle comete.
Chi la spreca verrà assetato.
Ho visto città al buio andare coi secchi al fiume,
ho visto Mostar e Belgrado.
Ho visto il Danubio avvelenato dalle rovine di Pancevo.
Chi sporca l’acqua verrà sporcato.
Secondo Geremia la voce di lod/Dio è chiasso di acque nei cieli.
Giusta sarà la sorpresa di chi ascolterà la prima domanda, appena morto:
«Quant’acqua hai versato?».
Ognuno di noi sarà pesato a gocce.
Erri De Luca da “Acqua in comune: istruzioni per l’uso”
In mostra le
opere di: Alessandro Borrini, Daniele Campbell, Paolo Centroni, Paola
Cominato, Silvia D'Ippolito, Marco Fadini, Fabio Gentili, Stefano Rambaldi,
Lorenzo Rondali, Anna Paola Rosaspina, Maria Pia Sotgia, Cristina Villani.
Per informazioni: fotografiando@virgilio.it
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura di
Estravagario (Telefono:051 421 0582)