Cibboi?
Sabato sera a Milano, con un gruppo di amici e colleghi, al termine di una lunga giornata di studio, passeggiando per via Castaldi per raggiungere il bistrot dove di solito ci rifugiamo in queste occasioni, ecco che lo sguardo viene catturato da una vetrina più luminosa delle altre. Via Castaldi, con i suoi localini etnici, e con anche il fantastico Joia, oramai abbiamo imparato a conoscerla bene, in questi 3 anni di frequentazione regolare. In questi 3 anni qualche negozio ha chiuso, qualche altro ha cambiato gestione, qualche negozio vuoto è diventato un bar moderno oppure una galleria d'arte. Via Castaldi è un mondo multietnico affascinante dove convivono la pasticceria rigorosamente italiana, ristoranti africani e indiani, rosticcerie pakistane, bar trendy con happy hour frequentatissimi, botteghe artigianali di gioielli etnici costosissimi, negozi di complementi di arredamento estremamente fantasiosi, botteghe e drogherie indiane e pakistane, negozi cinesi di scarpe e borsette, parrucchiere e manicure africane. E' in questo meltin' pot di colori, profumi e musiche che siamo stati attirati dalla vetrina chiaramente nuova, rossa e nera, piena di luce, attraverso la quale si vedeva un bar dal bancone nero e gli sgabelli rossi, e davanti alla vetrina un menù. E mentre cominciavamo a leggere il menu un signore gentile che stava fumando lì vicino ci invita a entrare sorridente, il proprietario. Unica portatrice sana di occhiali da presbite, comincio a leggere il menù e, stupore e meraviglia, trovo piatti della tradizione salentina. Guardo i miei compagni di avventura e come un sol uomo decidiamo di entrare. Bene, si scende in quelle che erano le cantine sottostanti il negozio, il locale è piuttosto piccolo, al piano strada c'è il bar e in quello che era il negozio a fianco si intravede la cucina, sotto c'è una sala non grandissima, a elle, sotto le volte di mattoni, arredata in rosso e nero, molto minimale ma accogliente, luci soffuse e buona musica easy listening non invadente. Due giovani cameriere molto carine ci accolgono con un bel sorriso e ci fanno scegliere il tavolo, ancora non c'è moltissima gente. Ci portano i menù e ci offrono un aperitivo, che purtroppo io non bevo perchè astemia, insieme a delle fantastiche olive, verdi e nere. Il menù offre il meglio della cucina salentina, compresa la purea di fave con la cicoria. Mentre gli amici optano per la carne con le patate alla brace, io mi lancio sullo show case salentino, pensando ad una serie di assaggini di antipasti di terra, e aggiungo i pomodori arracanati alla brace. Arrivano le portate: ogni piatto è praticamente un intero pasto! La carne è accompagnata da patate al forno e rucola, e a parte vengono portate le patate rosse alla brace, il mio show case è un tripudio: quattro quadratini di pitta di patate con il pomodoro, una ciotolina con le piccole olive nere del salento, un'altra ciotola con le olive verdi farcite con la mandorla, pomodori secchi e lampascioni sott'olio, piccolissimi fagottini di pasta fritta ripieni di scamorza da immergere in una ciotolina con aceto balsamico e miele e a parte una scodella con il macco e le cicorie, poi il piatto con i pomodorini arracanati. La quantità di cibo era tale che tutti abbiamo potuto assaggiare e gustare le varie portate. Le cameriere e lo stesso chef più volte sono venuti ad accertarsi che tutto procedesse per il meglio e lo chef in persona è venuto ad illustrarci e consigliarci i dolci. Ne abbiamo scelti due, uno al cioccolato con salsa di maracujà e, secondo me molto più gradevole, il latte di mandorla in piedi con il miele di rosmarino.
Perfetti i tempi del servizio, nonostante il locale si sia riempito nel giro di poco tempo.
Costi entro lo standard di Milano, appena al di sotto dei 30€.
Ultima nota: i bagni molto semplici ma curatissimi e perfetti. 4 stelle!
Dimenticavo: cibboi? significa: che vuoi?
6 commenti:
Interessante! Sai più cose tu di Milano di me. Sabato, che sarò in Castaldi per spese nel mio negozio pakistano, ci darò un'occhiata.
Ti piacerà e se ci andate vi troverete bene! Attenta alle porzioni: sono ENORMI!
Che bello, era come se fossi lì con voi!
Mi hai fatto salivare... pur con tutte le mie nausee ormonali!!
E mi hai fatto tornare la nostalgia per la mia citta', amata e odiata...
comunque grazie!!
grazie per la interessante presentazione.
un dubbio esistenziale: ma perchè oggi la quasi totalità dei ristoranti deve avere arredi "..minimalisti.." e musica di sottofondo "..easy listening.."?
ma che c'azzecca il rosso/nero e il minimalismo con la cucina salentina?
boh!
Marta, magari una volta organizziamo una fuga a Milano.
Moky, secondo me la pitta di patate avrebbe fatto miracoli sulla tua nausea!
Xvr, ma è proprio il fatto che il rosso-nero non c'entrino con la cucina salentina che attizza! Anche la presentazione del cibo esce dalla tradizione e provoca un contrasto intrigante con il rispetto invece della tradizione nell'esecuzione delle ricette. Per quanto riguarda il minimalismo delle apparecchiature, ti dirò che lo apprezzo molto: pochi fronzoli a tavola, tutta l'attenzione concentrata sul cibo, a tavola presenti solo le posate e i bicchieri strettamente necessari.
La musica easy-listening si accorda con le chiacchiere, non disturba, non agita. E' praticamente come la musica "ambient", se mi passi il termine! E anche se ci parli sopra, nessuno brontola!
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