giovedì, marzo 22, 2007

Memoriale di Maria Moura

E finalmente l'ho letto, questo libro!
E pensare che ho vissuto da vicino la sua "nascita" italiana! Chi l'ha tradotto è la mia amica Sandra, traduttrice attenta e rispettosa del linguaggio, al punto da cercare termini anche obsoleti ma che fossero coerenti con la storia e la sua ambientazione.
In tutto questo lavoro tante volte sono entrata pure io, attraverso le telefonate di Sandra, che mi chiedeva cosa ne pensassi di una frase, di una parola, oppure mi raccontava il senso di alcune parti e mi spiegava come aveva pensato di risolverle, perchè a volte non è possibile tradurre alla lettera.
Quando finalmente il libro è uscito, l'ho sentito quasi come un nipotino!
Ed ora l'ho letto! E l'ho trovato molto bello, la storia di una donna forte, che, nel Nordeste ottocentesco, per affrancarsi in un violento mondo di uomini prevaricatori, arriva ad uccidere lei stessa e con determinazione diventa una donna ricca e rispettata, quasi una sorta di Rossella O'Hara sudamericana.
Rachel de Queiroza, l'autrice, nata nel 1910, ha avuto una lunghissima carriera come scrittrice e anche come traduttrice di autori come Dostoievski, Tolstoj, Bronte, ed è stata la prima donna ad essere eletta nell'Academia Brasileira de Letras.

5 commenti:

ruben ha detto...

Certo che è come un nipotino! Se il traduttore non è un genitore, senz'altro è uno zio per il libro! Credo se non ci fosse stata la Pivano, non avrei apprezzato così tanto uno dei miei autori preferiti, Hemingway...

Labelladdormentata ha detto...

Io la Pivano non faccio che invidiarla! Lei ha conosciuto gli autori della beat generation, li ha frequentati, ci ha parlato, discusso, ci ha mangiato e viaggiato insieme....Che grande privilegio che ha avuto!

Mela ha detto...

Non lo avevo ancora comprata ieri spinta dal tuo post sono andata in libreria, non c'era...l'ho ordinato.

ruben ha detto...

Anche io invidio la Pivano, considerandomi donna d'altri tempi, e precisamente "quei" tempi, quella della "generazione perduta" di Gertrude Stein. Di Biarriz e non di Formentera, di divi e non di veline, di passioni e non di facciate... Forse ho sbagliato a nascere adesso. Ma ho imparato a recuperare qualcosa da questa strana "nostalgia"...

Sandra B. ha detto...

Apetta, non avevo ancora letto il tuo commento, quasi quasi mi sono commossa. Grazie.

Quanto alla Pivano e a Hemingway... non vorrei deludervi, ma andate a leggere qui: http://intramel.splinder.com/archive/2005-05
Si tratta del lavoro di un collega che ha provato a confrontare la traduzione di "Lungo il fiume e sull'acqua" con l'originale. Certe "perle" da far inorridire anche un traduttore principiante.

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