60 anni!
Un altro cambio di decina, una nuova tappa nella mia vita. Forse sto diventando grande, ma non ne sono troppo sicura...E un modo originale di passare il compleanno.
Nessuna festa, che tanto se non me la organizzo io.... e allora ecco l'occasione che aspettavo: l'inaugurazione della mostra fotografica di Silvia Camporesi e Valentina D'Accardi a Rimini, al Museo della Città, che in realtà era il vecchio Ospedale dei Bambini, o meglio, come lo chiamano lì, l'Ospedalino.
Una mostra sui luoghi dismessi, abbandonati, sulla memoria e la nostalgia, vista in due modi diversi eppure così complementari. Due tecniche differenti, digitale Silvia e analogico Valentina, che però sfociano in effetti pittorici, con il dipingere a mano ogni foto una per una dell'una e con la conoscenza e l'uso magistrali dello sviluppo della pellicola dell'altra, che arrivano a suggerire storie di questi luoghi a metà tra il reale e la favola.
E il contesto di questa mostra, coerentemente, non poteva essere altro che un ospedale dismesso, recuperato ma lasciato al grezzo: uno spazio espositivo straordinario, luminoso e pieno di fascino.
Questa mostra faceva parte poi di un evento ancora più interessante, una intera settimana dedicata alla fotografia, con nomi e opere prestigiose della fotografia contemporanea.
Che dire? non poteva essere altro che così, questo compleanno perfetto.
Nessuna festa, che tanto se non me la organizzo io.... e allora ecco l'occasione che aspettavo: l'inaugurazione della mostra fotografica di Silvia Camporesi e Valentina D'Accardi a Rimini, al Museo della Città, che in realtà era il vecchio Ospedale dei Bambini, o meglio, come lo chiamano lì, l'Ospedalino.
Una mostra sui luoghi dismessi, abbandonati, sulla memoria e la nostalgia, vista in due modi diversi eppure così complementari. Due tecniche differenti, digitale Silvia e analogico Valentina, che però sfociano in effetti pittorici, con il dipingere a mano ogni foto una per una dell'una e con la conoscenza e l'uso magistrali dello sviluppo della pellicola dell'altra, che arrivano a suggerire storie di questi luoghi a metà tra il reale e la favola.
E il contesto di questa mostra, coerentemente, non poteva essere altro che un ospedale dismesso, recuperato ma lasciato al grezzo: uno spazio espositivo straordinario, luminoso e pieno di fascino.
Questa mostra faceva parte poi di un evento ancora più interessante, una intera settimana dedicata alla fotografia, con nomi e opere prestigiose della fotografia contemporanea.
Che dire? non poteva essere altro che così, questo compleanno perfetto.
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