La buona sanità
A volte si ha davvero soddisfazione a pagare le tasse! nel nostro caso ne abbiamo avuto un ritorno veramente straordinario.
Da quando Lucia si è ammalata non abbiamo mai dovuto preoccuparci di quanto avremmo speso per tutte le cure che ha dovuto sostenere, anche per quelle avute, per ben due anni, fuori regione. Non abbiamo mai speso nulla per le risonanze e le tac, nè tantomeno per il piccolo catetere venoso sottocute che le ha permesso di fare tutte le terapie infusionali rispettando le sue vene, "giocattolino" del costo di circa 6oo €, e che le ha permesso una vita assolutamente normale, come fare la doccia e andare anche in piscina e al mare nei periodi in cui non doveva sottoporsi alle terapie. Le stesse chemioterapie avrebbero dei costi esorbitanti, addirittura di migliaia di euro, se non ci fosse un Sistema Sanitario Nazionale. E grazie all'ASL abbiamo potuto tenere a casa Lucia nell'ultimo periodo della sua vita, supportati in tutti i modi. L'azienda sanitaria locale ci ha fatto avere tutti gli ausili necessari: il letto con le sponde e la "capra", cioè il supporto per aiutarla a sollevarsi a sedere sul letto, la carrozzina con il poggiatesta, supertecnologica, l'ossimetro per tenere sotto controllo la saturazione di ossigeno, la sedia girevole per permetterle di entrare nella vasca da bagno senza dover fare la fatica di scavalcare il bordo della vasca, la bombola dell'ossigeno, tutto il materiale per le medicazioni, tutto ciò che serviva per la terapia infusionale e per la nutrizione parenterale (una sacca per la nutrizione costa diverse centinaia di euro e se ne usa una al giorno), addirittura i pannoloni. Ma soprattutto siamo stati supportati ogni giorno da personale infermieristico estremamente professionale ed estremamente umano, che ha partecipato emotivamente con noi a tutta la vicenda di nostra figlia, che non ci ha lasciati mai soli e ha sempre risposto con sollecitudine ed affetto ai nostri bisogni, al punto da sollecitare personalmente anche una visita del neurochirurgo, a domicilio, per medicare meglio Lucia.
Ci potrebbe essere l'obiezione che essendo medici entrambi, Marco e io, probabilmente si sono dati da fare di più che in altre situazioni. Non è così. Se il medico curante dell'ammalato è un medico attento, che vuole davvero seguire i suoi pazienti e non solo imbrattare delle carte, allora le cose funzionano molto bene, lui coordina e dirige tutta l'equipe, richiede gli esami, decide le terapie e le consulenze degli specialisti e gli infermieri eseguono, proprio come se fossero in un reparto ospedaliero: portano i farmaci, mettono e tolgono le flebo, fanno le medicazioni. Inoltre, per i primi 40 giorni gratuitamente, sono venuti ogni giorno gli assistenti domiciliari che aiutano e consigliano i parenti nella gestione del paziente allettato (come muoverlo, come cambiarlo e lavarlo e così via). Allo scadere dei 40 giorni, a seconda delle possibilità economiche della famiglia, il servizio viene erogato a pagamento oppure passa in gestione al Comune, ma la cooperativa è la stessa, e quindi gli operatori sono gli stessi. Anche gli assistenti hanno sempre fatto il massimo per Lucia, sono sempre stati di una gentilezza e delicatezza con lei veramente grande, per non metterla in imbarazzo e sempre molto attenti ad aiutarmi quando era necessaria una mano in più.
Tutta questa attenzione, questa dedizione, questa professionalità sono state erogate con soldi pubblici, non abbiamo avuto bisogno di rivolgerci ad associazioni private, per rispondere a bisogni importanti dei cittadini. Si tratta di una assistenza praticamente ospedaliera, ma a domicilio, che per i pazienti può significare un comfort maggiore che in ospedale (ad esempio poter mangiare le cose che si desiderano agli orari che si preferiscono), e significa avere sempre il conforto dei famigliari sempre vicini. Per l'azienda sanitaria locale il costo di tutto è sicuramente inferiore a quello di un ricovero ospedaliero.
Ora, se qui a Bologna è possibile avere una assistenza così qualificata senza dover spendere un euro, perchè in tante altre regioni non è possibile?
Se ci fosse una preponderanza della sanità privata, come succede in molte altre regioni italiane, anche del Nord, i costi per i pazienti sarebbero altissimi, tutto sarebbe a loro carico, molti non potrebbero curarsi.
Il modello americano, legato alle assicurazioni private, è un modello ingiusto, che non copre mai completamente i pazienti, anzi, li lascia soli proprio quando invece hanno più bisogno.
Facciamo in modo che il Servizio Sanitario Nazionale resti pubblico!
Da quando Lucia si è ammalata non abbiamo mai dovuto preoccuparci di quanto avremmo speso per tutte le cure che ha dovuto sostenere, anche per quelle avute, per ben due anni, fuori regione. Non abbiamo mai speso nulla per le risonanze e le tac, nè tantomeno per il piccolo catetere venoso sottocute che le ha permesso di fare tutte le terapie infusionali rispettando le sue vene, "giocattolino" del costo di circa 6oo €, e che le ha permesso una vita assolutamente normale, come fare la doccia e andare anche in piscina e al mare nei periodi in cui non doveva sottoporsi alle terapie. Le stesse chemioterapie avrebbero dei costi esorbitanti, addirittura di migliaia di euro, se non ci fosse un Sistema Sanitario Nazionale. E grazie all'ASL abbiamo potuto tenere a casa Lucia nell'ultimo periodo della sua vita, supportati in tutti i modi. L'azienda sanitaria locale ci ha fatto avere tutti gli ausili necessari: il letto con le sponde e la "capra", cioè il supporto per aiutarla a sollevarsi a sedere sul letto, la carrozzina con il poggiatesta, supertecnologica, l'ossimetro per tenere sotto controllo la saturazione di ossigeno, la sedia girevole per permetterle di entrare nella vasca da bagno senza dover fare la fatica di scavalcare il bordo della vasca, la bombola dell'ossigeno, tutto il materiale per le medicazioni, tutto ciò che serviva per la terapia infusionale e per la nutrizione parenterale (una sacca per la nutrizione costa diverse centinaia di euro e se ne usa una al giorno), addirittura i pannoloni. Ma soprattutto siamo stati supportati ogni giorno da personale infermieristico estremamente professionale ed estremamente umano, che ha partecipato emotivamente con noi a tutta la vicenda di nostra figlia, che non ci ha lasciati mai soli e ha sempre risposto con sollecitudine ed affetto ai nostri bisogni, al punto da sollecitare personalmente anche una visita del neurochirurgo, a domicilio, per medicare meglio Lucia.
Ci potrebbe essere l'obiezione che essendo medici entrambi, Marco e io, probabilmente si sono dati da fare di più che in altre situazioni. Non è così. Se il medico curante dell'ammalato è un medico attento, che vuole davvero seguire i suoi pazienti e non solo imbrattare delle carte, allora le cose funzionano molto bene, lui coordina e dirige tutta l'equipe, richiede gli esami, decide le terapie e le consulenze degli specialisti e gli infermieri eseguono, proprio come se fossero in un reparto ospedaliero: portano i farmaci, mettono e tolgono le flebo, fanno le medicazioni. Inoltre, per i primi 40 giorni gratuitamente, sono venuti ogni giorno gli assistenti domiciliari che aiutano e consigliano i parenti nella gestione del paziente allettato (come muoverlo, come cambiarlo e lavarlo e così via). Allo scadere dei 40 giorni, a seconda delle possibilità economiche della famiglia, il servizio viene erogato a pagamento oppure passa in gestione al Comune, ma la cooperativa è la stessa, e quindi gli operatori sono gli stessi. Anche gli assistenti hanno sempre fatto il massimo per Lucia, sono sempre stati di una gentilezza e delicatezza con lei veramente grande, per non metterla in imbarazzo e sempre molto attenti ad aiutarmi quando era necessaria una mano in più.
Tutta questa attenzione, questa dedizione, questa professionalità sono state erogate con soldi pubblici, non abbiamo avuto bisogno di rivolgerci ad associazioni private, per rispondere a bisogni importanti dei cittadini. Si tratta di una assistenza praticamente ospedaliera, ma a domicilio, che per i pazienti può significare un comfort maggiore che in ospedale (ad esempio poter mangiare le cose che si desiderano agli orari che si preferiscono), e significa avere sempre il conforto dei famigliari sempre vicini. Per l'azienda sanitaria locale il costo di tutto è sicuramente inferiore a quello di un ricovero ospedaliero.
Ora, se qui a Bologna è possibile avere una assistenza così qualificata senza dover spendere un euro, perchè in tante altre regioni non è possibile?
Se ci fosse una preponderanza della sanità privata, come succede in molte altre regioni italiane, anche del Nord, i costi per i pazienti sarebbero altissimi, tutto sarebbe a loro carico, molti non potrebbero curarsi.
Il modello americano, legato alle assicurazioni private, è un modello ingiusto, che non copre mai completamente i pazienti, anzi, li lascia soli proprio quando invece hanno più bisogno.
Facciamo in modo che il Servizio Sanitario Nazionale resti pubblico!
18 commenti:
Che bel post, Anna Paola. Mi permetto di condividerlo anche su facebook, sperando che aiuti molte persone a riflettere. Grazie.
Sulle altre cose non commento perché ho già commentato ampiamente in pubblico e in privato, ma soprattutto perché tu sai bene, sorella mia di elezione, che tutto quello che c'è da dire ce lo diciamo guardandoci negli occhi. Un forte abbraccio.
Grazie per questa condivisione, Anna Paola. E grazie a Mafalda per avermi fatto conoscere questo tuo spazio.
Sara
Bello, davvero, molto toccante.
Ma purtroppo le cose non andranno avanti così all'infinito. Qui certe cose devono essere messe in mano a chi traffica nel pubblico per foraggiare il privato. Gente che opera in completo stile mafioso e in tale stile gestisce mazzette, piaceri, onori e via.
Certi squali hanno sentito l'odore del sangue (i soldi) che viene dalle ferite aperte e tenute aperte per meglio spolpare la bestia.
L'Emilia-Romagna per ora va bene. Ma quanto durerà?
Quanto ci vorrà per arrivare al livello del Lazio o scendere a quello della Calabria?
Questi sono professionisti. Penso che in massimo 5 anni ci porteranno a quelle vette eccelse. Poco più per tornare al medioevo (hanno già messo solide basi).
Buona o mala sanità, vanno pensate e analizzate così come va analizzato il PIL che rende tanto orgogliosi i nostri aguzzini.
Certo, se ti curano bene è buona sanità. Ma se avessero trovato cause e soluzioni prima, anche a livello preventivo, sarebbe sempre stata buona sanità, ma forse avrebbe reso meno pingue il PIL.
La mala sanità è vanto degli amanti del PIL: costa tantissimo e rende niente. L'ideale per aumentare un indice idiota come il PIL.
Al di là della vicenda umana, tutto il resto, tutto quello che accade, non mi fa essere minimamente ottimista.
Speriamo che sia io a sbagliare.
Credo che tutto dipenda dagli amministratori delle singole asl, a volte all'interno della stessa regione trovi delle differenze incredibili. Per mia nonna che viveva a Bergamo abbiamo avuto una assistenza simile alla vostra, ma per la nonna che viveva con noi a milano a malapena siamo riusciti ad ottenere l'assegno di accompagnamento pur essendo malata da anni di alzheimer, per mio suocero, malato di parkinson e alzheimer, qui a como facciamo fatica ad avere persino i pannoloni, il letto attrezzato ce lo dobbiamo scordare...
Purtroppo 3 anni fa con mia sorella l'esperienza è stata molto diversa ,forse cambia da zona a zona anche se eravamo nella stessa provincia... forse perchè lei abitava in una piccola frazione... Ci siamo dovuti veramente arrangiare e al dolore si sono aggiunte anche tante tante giornate terribili, piene di problemi e senza alcun aiuto...ma non voglio pensarci più...
Spero che la nostra esperienza sia stata così brutta solo per uno sfortunato caso.
Certo che bisogna lottare per continuare ad avere una sanità decente e non come in altri stati...
Un grande abbraccio
r.
si, ho condiviso anche io. è una testimonianza importante la tua e forse può dare un po' di speranze ad altri in situazioni analoghe...grazie a.p per averlo condiviso con noi
annapaola, è un post bellissimo. condivido anch'io, su friendfeed. un abbraccio
Non passa giorno senza che al Tg5 la rubrica "Indignato Speciale" racconti di casi in cui questa assistenza domiciliare non viene erogata semplicemente perchè il budget di altre regioni italiane non lo permette. E' ingiusto, proprio perchè tutti paghiamo le tasse per la sanità e lo Stato dovrebbe assicurare a tutti gli stessi servizi.
A parte il doveroso rispetto per un simile lutto che rende difficile muoversi senza il timore di essere invadente ...
Mi sembra importante l'evidenza che è dato al ruolo della sanità, vista come bene sociale e collettivo e non solo nei suoi aspetti scandalistici.
Purtroppo i media soprattutto a questo ci abituano, a tal punto da non vedere più l'iceberg di buone pratiche mediche che stanno sotto alle scarne punte di mala sanità. Purtroppo.
Grazie sentito a te, Anna Maria, per il rilancio di un appello importante e che è ancora più significativo in un momento così ...
Arrivo qui oggi per la prima volta su segnalazione di Giuliana.
Complimenti, un post importantissimo. Grazie.
concordo. ed è una cosa che ci siamo detti subito, io e mio marito, quando abbiamo saputo della malattia di irene...
barbara
Condivido al 100%.
Le terapie domiciliari erogate a Lucia non dovrebbero essere un'eccezione, perché è così che dovrebbe funzionare il SSN se le riforme come quelle che hanno ridefinito i LEA non restassero sulla carta, disattese per interessi che nulla hanno a che spartire con la qualità e il rapporto costo/efficacia delle prestazioni.
ho letto il tuo blog per intero qualche tempo fa, e da lì ti ho seguito passo passo, rimanendo completamente rapita di fronte alla tua forza, tua e della tua famiglia.
ti scrivo questa volta, la prima, per condivedere il tuo post: Negli ultimi anni la mia famiglia, è stata più volte segnata da interventi chirurgici molto pesanti, chiemioterapie ecc...e anche noi, non sempre e non negli stessi modi, abbiamo potuto toccare con mano l'importanza vitale, appunto, di un SSN, la disponibilità e la competenze di tanti medici, che sono andati anche al di là di quello che poteva essere il loro mero compito. Abbiamo incontrato tanta umanità e tanto vero interesse...certo anche tanta superficialità e non rispetto...ma questo forse fa parte della varietà degli esseri umani.
un abbraccio, erica
E' davvero un bellissimo post Api. Per noi invece questo calvario è iniziato il 16 dicembre, quando mio suocero è finito in Terapia Intensiva di emergenza. Abbiamo toccato con mano che esistono medici competenti e umani e operatori sanitari molto comprensivi e professionali. Il nostro cammino è solo all'inizio, vedremo come continuerà. Per ora il SSN oltre ad avergli salvato la vita gli sta offrendo un'assistenza medica di eccellenza e tutto senza spendere una lira. Non è poco.
anche io arrivo su segnalazione di Giuliana. Nel momento in cui siamo più indifesi è fondamentale essere sostenuti, è per questo che il servizio pubblico per la salute non va toccato. un abbraccio
Anch'io sono stata molto sorpresa dell'assistenza sanitaria quando Alfredo si è ammalato: Neanche noi abbiamo speso un soldo per avere tutto ciò che tu elenchi e neanche quando malato terminale a casa in CAD di Civitavecchia si occupa di lui a casa nostra ogni giorno. Non tutto è marcio in Italia e io ringrazierò sempre medici e infermieri per tutto ciò che hanno fatto per noi fino alla fine.
completamente assolutamente d'accordo con te.
Se non ti spiace (e penso di no), lo condivido su facebook.
Fa riflettere e tanto.
Un grande bacio a te (e a Lucia)
Cara AP, torno a leggerti perche' avevo paura di trovare quello che ho trovato. E non ho parole. Come madre, leggendo i post che ho voluto evitare per tanti mesi, mi sembra di essre stat colpita al petto da un treno, anche se non ci conosciamo , anche se siamo lontane... ma ci lega l'universalita' di essere mamme.
Volevo solo dirti come questo post sia rilevante, per noialtri qui negli US e mi piacerebbe tradurlo, se me lo permetti, per utilizzarlo nell'attivismo in favore della riforma sanitaria americana.
E' una trivialita' , ma pensa che per un'operazioncina minore per mio marito, fatta in ospedale, come outpatient, 45 minuti in sala operatorie, pur avendo una BUONA assicurazione, il nostro out-of-pocket e', tra ospedale, chirurgo, anestesiste, radiologo etc, oltre $2000. Se non avessimo avuto l'assicurazione, il costo sarebbe stato piu' di $20000.
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