martedì, luglio 15, 2008

L'amore gratuito


Vorrei raccontare un po' com'è la vita all'Istituto Nazionale dei Tumori, per far capire che anche in situazioni di malattia grave è possibile riuscire a ritagliare spazi di serenità.
L'immagine è un po' sfuocata (Popale, andrebbe bene per quel tuo blog ormai sospeso), ma è una pittura su una delle pareti del reparto di oncologia pediatrica, anzi, è un'immagine che accoglie tutti coloro che escono dagli ascensori al settimo piano. Il reparto è bellissimo, con i suoi muri chiari, le stanze a due letti ampie e con una vista mozzafiato su Milano e, nelle giornate limpide, sulle Alpi, così vicine. Nel reparto c'è una grandissima sala giochi, dove i ragazzi possono anche mangiare la pizza con gli amici che vengono a trovarli, e che è anche la sala dove si svolgono le attività didattiche per chi ha esigenze di studio. E' una sala ampia, luminosissima per le due ampie terrazze, una per i genitori e una per i bimbi, che sono due fantastici giardini pensili e dove vivono un paio di tartarughe. In questa sala ci sono diversi computer, una cucinetta in miniatura, una bibliotechina e tantissimi giochi di ogni genere e per ogni età.
Le attività sono organizzate da un gruppo di insegnanti distaccati qui dal provveditorato e da un folto gruppo di volontari che a turno prestano la loro opera qui e al piano terra, al day hospital, che Rudolph e io conosciamo meglio, visto che le sue terapie sono state fatte tutte lì, tranne la prima. Al day hospital tutta la sala d'attesa è a misura di bambino, una staccionata fiorita all'interno della quale si trovano le seggioline, anche qui la cucinetta in miniatura, attrezzatissima, il tavolone dove si disegna, si taglia, si incolla, si dipinge, insomma, si paciuga! E anche qui, discreti, sorridenti e accoglienti, ci sono i volontari, che si fermano a giocare con i bimbi, a fare due chiacchiere con i genitori, a preparare il caffè o il tè e a distribuire caramelle e leccalecca. La loro presenza è preziosa: permettono di spezzare la noia della giornata, che passa lenta scandita solo dal cambio delle flebo o dalla chiamata per una visita o un esame. Ti riportano a discorsi di normalità quando l'ansia prende il sopravvento, ti strappano un sorriso o una risata con una battuta. Sono persone meravigliose che dedicano una mattina a settimana a perfetti sconosciuti con una serenità che riempie il cuore.
E grazie a loro diventa facile legare con gli altri, che sono lì con le tue stesse preoccupazioni, le tue stesse ansie, ma con la paura e il pudore di dirle. Così all'improvviso ti ritrovi a scambiarti ricette di dolci, a giocare al ristorante con un bimbo, o al vigile con un altro che improvvisa una corsa con il triciclo, o ti metti ad inventarti un teatrino, come è successo l'ultima volta. e a volte capita di sentire qualcuno piangere e protestare perchè finita la visita la nonna vuole tornare a casa: "Uffa nonna, mi porti sempre via proprio quando ci sono i miei amici!"

14 commenti:

Anonimo ha detto...

è molto bello quello che scrivi così come è stupenda e preziosa l'attività dei volontari.
mi colpisce molto come il sorriso e il dolore, la gioia e la disperazione, possano coesistere, in un certo senso armonicamente, nella stessa stanza o sullo stesso tavolino.

Labelladdormentata ha detto...

Ogni esperienza, per quanto brutta penosa, conserva in sè anche lati positivi. Sta nelle persone trovarli. Un famoso psichiatra infantile, Bruno Bettelheim, riportava l'esperienza di una persona che, sorpresa, da bambino, insieme alla mamma per le strade di Londra durante un bombardamento, non era rimasto scioccato e spaventato perchè la mamma, tenendolo per mano mentre cercavano di raggiungere un rifugio, gli aveva fatto notare la bellezza dei colori di quelle esplosioni, quasi fossero fuochi di artificio. Quella mamma, sicuramente una persona straordinaria, era riuscita a togliere l'ansia, la paura da un evento sicuramente scioccante per un bimbo. Lo stesso è quello che accade in ospedale. E quei volontari sono molto bravi a insegnare a noi genitori quella leggerezza che ci è necessaria per andare avanti giorno dopo giorno.

Anonimo ha detto...

Non tutti gli ospedali sono uguali, purtroppo.
A queste latitudini spesso ti devi accontentare che i medici facciano bene il proprio lavoro, su un piano strettamente professionale. E' stato così anche stavolta. Non si trattava di bambini, ma per la maggior parte di anziani. Inseguivano come anime in pena qualcuno che rispondesse alle loro domande. Talvolta sentendosi anche mal sopportati e spesso rimanendo senza risposta. Il lato umano di un ospedale è la nuova frontiera, qui in queste lande di disperazione. E' questo che, secondo me, fa la differenza in un paese civile. E parlo del più grande ospedale del sud.
Uscirne è stato un sollievo, al di là della salute di mio padre!
Baci

Labelladdormentata ha detto...

Cara Luana, so bene di essere in un'isola felice, se così si può dire. Certamente gli altri reparti dello stesso ospedale sono un po' meno elastici e un po' più seriosi, ma gli ambienti sono sempre molto confortevoli e il personale, tutto, dal primario all'ultimo dei portantini, è gentile, sorridente e disponibile.
Prova a informarti se ci sono associazioni di volontariato nell'ospedale dove era ricoverato tuo padre, e se non ce ne sono...Capittomihai? E dai al tuo papà un baciottone gigante, spero proprio di poterlo venire a salutare a fine settembre!

Anonimo ha detto...

E' splendido il tuo atteggiamento, e vorrei che tu fossi qui a parlare ad una mia amica che da dieci mesi sta vivendo la tua esperienza a Bolzano.
Suo figlio - a cui è stata diagnosticata la leucemia ed è in attesa del trapianto - è coetaneo del mio, stessa scuola elementare, stessa squadra di hockey, stessi giochi.
La sua disperazione è un po' anche nostra.

Labelladdormentata ha detto...

Maurice, vorrei poterla abbracciare, la tua amica! Io devo molto a Moky, quando mi disse quel detto americano: se la vita ci dà solo limoni, allora faremo limonate. E' davvero l'unico modo per poter continuare a vivere serenamente e per poter continuare a stare con questi nostri figli nel modo più sereno possibile. E devo dire che mia figlia stessa sta vivendo bene: la malattia per lei è un incidente di percorso, doloroso e penoso quanto si vuole, che però le ha dato l'opportunità di vedere la sua vita anche da aspetti diversi, prendendosi un po' di tempo per ragionare su quello che vorrà fare da grande.
Se pensi che alla tua amica faccia piacere scrivermi, dalle la mia email.

Moky in AZ ha detto...

L'opera dei volontari, in qualsiasi posto, situazione, continente si svolga, e' davvero preziosa!!!

Moky in AZ ha detto...

p.s.: ho appena letto i commenti e ti ringrazio del tuo riferimento... moltissimo!!

ruben ha detto...

Vorrei tanto farlo anch'io, ma non ho il coraggio. Mi dici come si chiama l'associazione di volontariato che si occupa di questo?
Un bacione

Labelladdormentata ha detto...

Ruben, l'associazione è la LILT, Lega Italiana Lotta contro i Tumori. All'interno dell'istituto sono attivissimi, non solo nei reparti ma anche sono presenti con un banco informazioni all'ingresso e con il negozio per l'autofinanziamento. Se non te la senti di stare con i pazienti, anche solo l'opera di sensibilizzazione o informazione sono utili.

Giuliana ha detto...

posso abbracciarti e basta?
un bacio a te e alla tua ragazza :*

Anonimo ha detto...

un abbraccio forte a te che sei così forte e solare e alla tua bimba che di sicuro ha preso da te:-***

Anonimo ha detto...

Siete tutti quanti coraggiosi, tu e Rudolph in prima linea, ma tutti gli altri sono nelle retrovie e hanno tanto, tantissimo coraggio. Un pensiero grande a tutti e 5. Spero di abbracciarvi presto!

copyman ha detto...

Quando un mesetto fa avevi lasciato un commento nel quale annunciavi che saresti passata per Milano, avevi accennato a terapie e la cosa mi aveva messo in allarme.
Tuttavia non ero convinto di aver capito bene e l'argomento era troppo serio, delicato e personale per chiedere lumi in base a un sospetto.
Ho continuato a pensare ad altre spiegazioni plausibili legate alla tua professione sino a che non ho letto questo post e i relativi commenti.
I regret and apologize :(

Un abbraccio per te e la tua famiglia