martedì, dicembre 30, 2014

Soddisfazioni

L'anno finisce con una bella soddisfazione: sono entrata nei Big Five di dicembre nella pagina dell'AMFI, ovvero i medici fotografi.  Mi sono conquistata il 4° e il 5° posto pari merito con colleghi a mio parere molto, molto più bravi di me.
Le foto le potete vedere qui.

lunedì, dicembre 22, 2014

BUON NATALE!


E anche quest'anno Natale è giunto. L'anno si conclude con la promessa di una nuova luce che viene, speranza di una vita nuova.
Buon Natale e felice anno nuovo!


giovedì, ottobre 16, 2014

In partenza...

New York! Il sogno di una vita! Che finalmente si realizza.
E' emozionante organizzare il viaggio. Ci sono le guide da leggere, i consigli da chiedere a chi già ci è stato e soprattutto c'è da preparare la valigia...
La valigia è sempre un problema, per quanto mi riguarda. Non faccio mai una lista, a dire il vero, e forse già per questo sbaglio in partenza.  Ma è difficile stabilire cosa portare in una stagione di mezzo come questa, per di più sballata come quest'anno, in cui di notte fa freddo e si dorme volentieri con la copertina di lana mentre di giorno si sta bene ancora con la maglietta dalle maniche corte e gli infradito.
Per questo viaggio mi sono comprata una bellissima valigia nuova, turchese, più grande delle mie solite valigine 48 ore che mi accompagnano due volte al mese a Milano. Questa volta il viaggio è lungo, ben 10 giorni. E così si comincia, io parto dalla biancheria intima, e qui il pensiero va alla mia amica Viviana che ha sempre paura di rimanere senza mutande e se ne porta sempre dietro un numero inverosimile. Una volta ci fu una bella discussione corale, su FB, sul numero adeguato di mutande da portarsi dietro quando si viaggia. C'era chi si porta solo mutande vecchie che butta direttamente dopo l'uso, chi se ne porta un numero doppio rispetto ai giorni in cui si sta via, c'è chi se ne porta la metà, tanto poi le lava in albergo. Io sono pigra, quindi ho deciso che il numero adeguato è quello corrispondente al numero di giorni, più uno, perchè sì, insomma...non si sa mai...
Poi c'è la questione beauty-case: grande, piccolo, medio...Sono andata da Muji e mi sono presa un beauty morbido, superaccessoriatissimo, nel senso che ha gli elastici fermabottigline, e mi sono presa pure le bottigline e i barattolini per la crema viso e la crema mani in modo da non dovermi portare confezioni giganti. Sempre da Muji mi sono anche fatta un regalo bellissimo: l'astuccio con il quaderno dove fare il diario di viaggio e uno stick di colla per incollare le cartoline. Quasi quasi mi porto pure le matite colorate...vorrei che questo viaggio sia il più creativo possibile.
Sono diventata brava con il numero di scarpe, invece, solo due paia: quelle che ho ai piedi e un paio di stivaletti comodi, visto che secondo le previsioni a New York le temperature dovrebbero abbassarsi. Insomma, praticamente tutto pronto, compreso due confezioni di cerotti antivesciche e i riduttori per le prese elettriche. Ora non resta che sistemare il bagaglio a mano e domani mattina si parte.
La foto qua sopra, ovviamente, non è mia, ma l'ho "rubata" all'amico fotografo Patrizio Napolitano, che a New York è stato il mese scorso.

martedì, settembre 09, 2014

60 anni!

Un altro cambio di decina, una nuova tappa nella mia vita. Forse sto diventando grande, ma non ne sono troppo sicura...E un modo originale di passare il compleanno.
Nessuna festa, che tanto se non me la organizzo io.... e allora ecco l'occasione che aspettavo: l'inaugurazione della mostra fotografica di Silvia Camporesi e Valentina D'Accardi a Rimini, al Museo della Città, che in realtà era il vecchio Ospedale dei Bambini, o meglio, come lo chiamano lì, l'Ospedalino.
Una mostra sui luoghi dismessi, abbandonati, sulla memoria e la nostalgia, vista in due modi diversi eppure così complementari. Due tecniche differenti, digitale Silvia e analogico Valentina, che però sfociano in effetti pittorici, con il dipingere a mano ogni foto una per una dell'una e con la conoscenza e l'uso magistrali dello sviluppo della pellicola dell'altra, che arrivano a suggerire storie di questi luoghi a metà tra il reale e la favola.
E il contesto di questa mostra, coerentemente, non poteva essere altro che un ospedale dismesso, recuperato ma lasciato al grezzo: uno spazio espositivo straordinario, luminoso e pieno di fascino.
Questa mostra faceva parte poi di un evento ancora più interessante, una intera settimana dedicata alla fotografia, con nomi e opere prestigiose della fotografia contemporanea.
Che dire? non poteva essere altro che così, questo compleanno perfetto.

giovedì, luglio 10, 2014

I fichi di Marina

Eccoli qui, i fichi del giardino di Marina Cepeda Fuentes. Per tanto tempo ci ha tenuto compagnia alla radio con la sua rubrica di cucina e di tanto, tantissimo altro. Non si parlava solo di cibo ma anche di tradizioni, di usanze, di ricette di famiglia, di santi, pleniluni, leggende e magie.
Nel tempo siamo diventate amiche, pur senza mai esserci conosciute di persona.
Marina se n'è andata un mese fa, ma continua a farmi compagnia attraverso piccole cose che tornano. Oggi sono stati proprio i fichi. Sono entrata dal fruttivendolo e mentre cercavo con lo sguardo la frutta da comprare, eccoli lì, i fichi, pochi, dentro una scatola, esattamente come questi, con la buccia quasi sul punto di spaccarsi. Ne ho presi due, che di più sarebbero stati troppi, e appena tornata in camera me li sono davvero gustati, con calma, prima uno e poi l'altro, dolci e saporiti, fresca merenda estiva. E mi sono tornate in mente le merende che facevo in Sardegna, a Decimomannu, a casa dello zio Carlo e di zia Rosetta, in giro con mia cugina Gabriella per tutta la tenuta, che allora mi sembrava immensa, e ogni tanto io e lei allungavamo la mano a raccogliere un fico, una volta dall'albero dei fichi chiari e una volta da quello dei fichi neri. Buoni, dolcissimi, sceglievamo quelli con la buccia spaccata, segno della completa maturazione. Tornavamo a casa con la faccia e le mani appiccicose! E le bucce venivano lanciate alle galline che becchettavano libere per tutta la tenuta e che felici e starnazzanti si litigavano quelle leccornie.
Grazie, cara amica mia.

lunedì, aprile 21, 2014

PASQUA 2014


Buona Pasqua

sabato, marzo 08, 2014

8 MARZO 2014


Proverbi 31, 10-31

10Una donna forte chi potrà trovarla?
 
11In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
12Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita

13Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Ben superiore alle perle è il suo valor
 
14È simile alle navi di un mercante,
fa venire da lontano le provviste.
 
15Si alza quando è ancora notte,
distribuisce il cibo alla sua famiglia
e dà ordini alle sue domestiche.
 
16Pensa a un campo e lo acquista
e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
 
17Si cinge forte i fianchi
e rafforza le sue braccia.
 
18È soddisfatta, perché i suoi affari vanno bene;
neppure di notte si spegne la sua lampada.
 
19Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
 
20Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
 
21Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi familiari hanno doppio vestito.
 
22Si è procurata delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
 
23Suo marito è stimato alle porte della città,
quando siede in giudizio con gli anziani del luogo.
 
24Confeziona tuniche e le vende
e fornisce cinture al mercante.
 
25Forza e decoro sono il suo vestito
e fiduciosa va incontro all'avvenire.
 
26Apre la bocca con saggezza
e la sua lingua ha solo insegnamenti di bontà.
 
27Sorveglia l'andamento della sua casa
e non mangia il pane della pigrizia.
 
28Sorgono i suoi figli e ne esaltano le doti,
suo marito ne tesse l'elogio:
 
29"Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti,
ma tu le hai superate tutte!".
 
30Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
 
31Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.


Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo