martedì, novembre 11, 2008

11 novembre


S. Martino
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’ esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa poesia mi ricorda Bolgheri, i paesaggi collinari prospicienti al mare. E' bellissima.

Labelladdormentata ha detto...

E' la prima poesia che ho imparato a scuola, e ancora me la ricordo!
I cipressi che a Bolgheri alti e schietti...invece non me la ricordo proprio, troppo lunga! Ma Carducci mi è sempre stato molto simpatico, anche perchè l'ex bibliotecario di casa Carducci, qui a Bologna, era un amico dei miei genitori e tantissime volte sono stata in quella casa a sentire racconti sulla vita del poeta, racconti privati che mi hanno reso un po' meno ostica la poesia in generale.

Anonimo ha detto...

anche io me la ricordo benissimo..una delle poche:)

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