La leggenda dei monti naviganti
Questo libro mi ha accompagnato per un lungo periodo, accordandosi con il mio altalenare tra città e montagna.
E' diviso in due parti, la prima dedicata al viaggio che Rumiz fece anni fa in bicicletta lungo le Alpi, con un inizio molto divertente che riguarda proprio il punto iniziale della catena montuosa.
La seconda parte è dedicata agli Appennini, viaggio fatto a bordo di una Topolino, e un paragrafo è dedicato proprio a Porretta, a Francesco Guccini, al Corno alle Scale e a quel pezzettino di montagna che a poco a poco sto imparando a conoscere. Ma ci sono racconti bellissimi anche di quell'Appennino abbruzzese, della Majella e del Gran Sasso, che ho imparato ad amare da adolescente quando con la mia famiglia si passavano le vacanze in Abruzzo, e ci sono pure racconti che assomigliano a quelli bellissimi della sorella di Giuliana, la nostra Mamma in corriera!
E c'è il viaggio, avventuroso, in casa propria, lungo strade sconosciute, alternative, perdendosi e ritrovandosi, o lasciandosi portare senza meta in luoghi straordinari. Ci sono incontri con persone straordinarie, baristi, osti, locandiere, ma anche anziani, guardaboschi, pastori, contadini, insomma, personaggi che per una cittadina come me assumono un alone da favola.
Tanti anni fa ho letto Strade Blu, di William Least Heat Moon, viaggio lungo le strade secondarie degli Stati Uniti, alla ricerca delle proprie radici, e ne ero rimasta affascinata.
Questo libro è la nostra America non ufficiale, il nostro Wild West.