giovedì, maggio 24, 2007

L'ospedale.


Odore familiare di disinfettante e medicine, dimenticati per tanti anni di lontananza, a lavorare da sola nel mio studio profumato di verbena. Ma appena lo sento tutto ridiventa subito conosciuto, come mai lasciato. Riconosco i rumori: il carrello della terapia, le barelle, gli zoccoli del personale, l'acciottolio delle stoviglie del carrello del pranzo, le voci del personale, sempre con gli stessi discorsi...Qui forse un po' più di infermiere straniere, slave soprattutto, ma anche filippine.
Mi sento a casa, mi sento al sicuro. Mi lascio prendere dagli strani tempi dell'ospedale. La frenesia della visita degli anestesisti e del chirurgo, con attimi di preoccupazione, di sospensione del respiro perchè nonostante tutto sia stato già deciso e meticolosamente programmato, lo stesso ci sono gli ultimi dubbi, le ultime perplessità, le ultime decisioni da prendere. E poi quel momento di vuoto, prima che chiamino dalla sala operatoria, le ultime chiacchiere, si guarda il soffitto, si leggono due righe, le infermiere vengono a misurare la pressione, a far firmare gli ultimi moduli.
Questa volta sono veloci, sono già in camera con la barella.
Ho salutato Lucia con il solito scherzo, ogni volta che deve rientrare in quella sala: non fare arrabbiare Pietro, è lui che ha il coltello dalla parte del manico! Ride. Fa parte del lessico famigliare: non è la prima volta, e purtroppo non sarà nemmeno l'ultima, che lo dico.
E poi l'attesa, lunga, sempre, e nella testa immagino i tempi e i gesti della sala operatoria. In passato ci sono stata tante volte, so come funziona. E anche se so che tutto andrà bene, ripeto come un mantra la preghiera "Fa che non ci siano intoppi. Fa che tutto scorra senza brutte sorprese. proteggi questa figlia meravigliosa!"
Così, mentre il tempo scorre, studio un po', leggo, vado a prendermi un caffè, ascolto i discorsi delle vicine di letto e dei loro parenti, aspetto. Quando arriverà so già che dopo un po', a guardarla dormire, verrà un gran sonno anche a me: l'anestesia viene eliminata anche attraverso il respiro. E poi controllare le flebo, la lenta discesa delle goccioline, è come contare le pecore!
E quando si risveglierà so già cosa dirà: che sete! che fame!
Finalmente esce dalla sala operatoria! E' andato tutto bene. C'è anche Marco, lei apre un attimo gli occhi e sorride felice al suo papà. Più tardi arriverà Pietro, il chirurgo, a raccontarmi dell'intervento.
Questa sera andremo a casa.
Questa sera...PIZZA!

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Intanto tanti auguri alla paziente per una veloce convalescenza.
Com'è strano l'ospedale. Sappiamo che esiste, magari ci passiamo davanti tutti i giorni, ma è come se non esistesse, un'entità virtuale... finché non arriva il giorno che dobbiamo entrarci per andare a trovare qualcuno, o per essere ricoverati noi stessi.
Solo allora ci si accorge di quanto dolore trasuda dalle sue pareti.

Anonimo ha detto...

un abbraccio apina a te e a lucia!

Giuliana ha detto...

auguri a Lucia e un abbraccio alla sua mamma :)

Anonimo ha detto...

Auguri a Lucia.
Il momemto più brutto è l'attesa fuori dalla sala operatoria mentre attendi che si liberi il posto......per far passare il tempo l'ultima volta ho detto il rosario:)))))

Annachiara ha detto...

Cara mia, un abbraccione alla tua splendida figliola e ovviamente a te!

Anonimo ha detto...

Evvvaabbbbene,vada per la pizza!Ma che non diventi un'abitudine!:-)
Mille abbracci apina e apifigliola!
Cora

Francesca Palmas ha detto...

mille abbracci a te e a tua figlia... tanto affetto può passare per la rete?Spero di si :)

Labelladdormentata ha detto...

Grazie a tutti per l'affetto, che passa per la rete, eccome! Lucia comincia a stare meglio: si preoccupa dei capelli!
A presto per le prossime avventure!

Mela ha detto...

Un abbraccione a tutti da parte mia e della Melafamiglia, il terrore più grande della mia vita è vivere un mometo come il tuo.

Anonimo ha detto...

Api, ti sono vicina. So benissimo cosa si prova durante l'attesa. La mia è durata moltissimo, tutte e due le volte. E come Viperetta ho detto il rosario, senza nemmeno sapere come fare, sono andata a braccio e mi sono affidata alla Mamma di tutti. Per fortuna è andato tutto bene! Ti abbraccio forte ho veramente tanta voglia di rivedervi tutti! Vi vogliamo bene!

ruben ha detto...

Brrrrr.... che paura! Non sono mai stata ricoverata in vita mia e solo a leggere mi vengono i brividi... Niente di serio, spero, vero? Aguri per la "rimessa in sesto"

Anonimo ha detto...

Un abbraccio caldo....
Rosa

nonsisamai ha detto...

ho letto questo post trattenendo il respiro... un abbraccio

Anonimo ha detto...

Hai descritto con molto realismo il momento del "prima che...", l'attesa,la paura e poi la gioia quando si esce sani e salvi. Quante volte ho anch'io atteso che qualcuno uscisse dalla sala operatoria... Forse se uno pensasse a quei momenti apprezzerebbe di più quando ne sei fuori... Bello il tuo blog scoperto per caso. Ciao Giulia

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