venerdì, aprile 27, 2007

Sì, viaggiare!...


Il primo viaggio in treno l'ho fatto che ancora non avevo un anno. E, da quello che mi raccontano i miei, l'ho amato subito!
Ho sempre trovato comodi quei sedili in vellutino con il poggiatesta che si poteva anche regolare.
In treno si andava in Sardegna almeno due volte l'anno per andare a trovare i nonni e gli zii. Si prendeva il rapido, nonno comodissimo dello scomodissimo Eurostar, fino a Roma, e i tempi di percorrenza secondo me erano poco al di sopra di quelli delle diligenze! Ma Bologna è lontana da Roma. E durante il viaggio c'erano comunque, ogni volta, tanti punti di riferimento da cercare. C'erano le gallerie, soprattutto quella lunga lunga, a S.Benedetto Val di Sambro, dove si poteva vedere una minuscola stazioncina, proprio là sotto, con la scaletta che risaliva in superficie, luce improvvisa piena di movimento nel buio rumoroso della galleria. Oggi è stata smantellata e non ce n'è più traccia.
C'era la magia della stazione di Firenze, dove il treno, ripartendo, sembrava tornare indietro. E tutte le volte il babbo, prendendoci un pochino in giro, diceva: Ecco, vedete, il capotreno ha dimenticato qualcosa a casa e torniamo a prenderlo! Nell'atrio della stazione di Firenze c'era il modellino della nave Raffaello, o forse era la Michelangelo, che poi la vedemmo a Genova, nelle sue dimensioni reali, grande come un grattacielo, salpare per una crociera verso l'America.
Poi, credo verso Arezzo, c'era un castelletto in mezzo alla meravigliosa campagna toscana. E per me era già essere quasi a Roma, nonostante fossimo ancora distanti.
Era un viaggio lungo, noi bambini potevamo leggere tutto un racconto lungo di Topolino, si mangiava un panino, si facevano le corse nei corridoi, si dormiva con la testa in grembo alla mamma, ogni tanto ci si annoiava un po': Mamma, ma quando arriviamo? E ancora c'era tanto tempo per stare a guardare fuori dal finestrino. E il babbo ci portava in fondo al corridoio dove era appesa una grande carta geografica dell'Italia e seguendolo con il dito ci mostrava il percorso che stava facendo il treno. Erano le nostre prime lezioni di geografia pratica! Così, quando ci sembrava che non si potesse arrivare mai, si andava a controllare su quella carta a che punto eravamo arrivati.
Sapevamo di essere quasi arrivati quando ci si fermava alla stazione di Orte. Da lì incominciavamo a seguire il Tevere fino a quando non si percepiva la periferia della città.
La stazione di Termini era così grande, caotica, anche sporca, e incuteva sempre un certo timore. Per fortuna, all'improvviso tra la folla c'era sempre il volto sorridente dello zio Giorgio insieme a qualcuna delle mie bellissime cugine, che venivano a salutarci e a farci un po' di compagnia in attesa di prendere il trenino che ci portava a Civitavecchia. Quel trenino era così diverso dal rapido. Spesso era composto con i vecchi vagoni di terza classe, con i sedili di legno e lo sportello per scendere in ogni scompartimento.
Da adolescente il treno è diventato il mezzo preferito per raggiungere gli amici, che quelli solo di Bologna non mi sono mai bastati! C'erano da andare a trovare quelli che frequentavamo al mare, e noi si andava in vacanza non sulla riviera romagnola, come la maggior parte dei bolognesi. Noi si andava in Abruzzo! Così poi nell'inverno per mantenere i rapporti la domenica si partiva e si andava una volta a Firenze, un'altra a Verona, un'altra ancora a Padova, a Milano e poi anche a Roma, andata e ritorno in giornata! Partenza alle cinque del mattino e rientro verso mezzanotte!
Il treno è un posto interessante dove fare incontri. Una volta, andando a Milano, mio marito e io abbiamo conosciuto un Australiano, in Europa per affari, che da Roma stava andando in Germania via treno. Ci disse che era il modo migliore per avere un'idea di quello che è il paese. Non solo per i paesaggi così diversi, ma anche per le persone che salgono e scendono e condividono con te un tratto di strada.
In effetti il treno è un bellissimo salotto semovente dove si fanno conoscenze, ci si scambiano racconti, dove si può socializzare.
Sabato saremo mia figlia e io da sole, in viaggio verso Roma, occasione preziosa per godere della reciproca compagnia, viaggio tutto al femminile.

10 commenti:

pOpale ha detto...

Che bello questo post. Anni fa un mio amico americano mi confessò che quando arrivava in una nuova città saliva sun autobus e si faceva tutte le fermate fino al capolinea e poi ne prendeva un altro e faceva lo stesso... per lui era il modo migliore di conoscere la vera essenza di una città. Mi dipiace che torni a Roma e non ci sono, parto domani mattina e vado in Toscana per un paio di giorni, godetevi la vacanza e il viaggio in treno. Un bacione :)

Anonimo ha detto...

Condivido l'entusiasmo per il treno e i treni.
Da piccolo una delle mie principali attrazioni era farmi portare ad una stazione a vedere i treni, ovunque fossimo. Ero un vero tormento per mio padre.
Ora lo prendo troppo poco.
E comunque i sedili di 2^ classe dell'Eurostar non hanno spazio per le gambe, ed i viaggi sono una sofferenza. E poi, senza scompartimenti, tocca subire il continuo squillo dei cellulari, ed il parlottare più o meno forte della gente al telefono, che è una cosa odiosa. Bello il treno di una volta con gli scompartimenti, che si chiacchierava per ore con gli estranei! Ho ricordi mitici dei viaggi in scompartimento e in cuccetta nella mia infanzia ed adolescenza.....
Le cuccette! Altro ricordo catartico. Il viaggio che mi ha cambiato la vita, a 12 anni, nel trasferimento da Torino a Roma, è stato in cuccetta. vi era un sonno particolare in cuccetta, un tipo di sonno che non è possibile avere in altre situazioni. E' più un torpore pesante, con un contatto mai perso con quello che succede intorno. Il torpore calava col calare della velocità, ed in genere si interrompeva, dopo il lieve scuotimento finale della frenata, quando arrivava la voce attutita di un altoparlante esterno che diceva "Pisaaaastazzzionedipisaaaa", e allora mi dicevo nel rincoglionimento "Ah! Siamo a Pisa". Già da ragazzino avevo uno spiccato acume.....

Francesca Palmas ha detto...

i treni sono luoghi magici davvero! quelli della sardegna sono inqualificabili per vecchiaia e lentezza,molto meglio ciò che offre 'il continente' ovvero la penisola.A me affascina il fatto che chi vive li può prender un treno e nel giro di poche ore trovarsi in scenari e vita completamente diverse...Io qui se prendo il treno arrivo a Sassari(250Km) in 4 ore e mezza...Ti passa tutta la fantasia!

Labelladdormentata ha detto...

La coniglia, prima o poi racconterò di quando prendemmo il treno a Olbia per Cagliari....fu un viaggio davvero mitico, degno della migliore epopea del Far West!

Anonimo ha detto...

Sono stata abituata a viaggiare fin da quando avevo pochi giorni di vita. I miei nonni paterni abitavano a Grosseto e dovevamo andare a trovarli un fine settimana si e uno no. Erano viaggi veloci, in automobile della durata massima di un paio d'ore. In treno ci siamo andati la prima volta con i miei genitori quando avevo si e no sei-sette anni. Me lo ricordo ancora, al contrario di tutti i viaggi in auto che abbiamo fatto quello è ancora stampato nella memoria. Il babbo era appassionato di mare e siamo andati a vedere la mostra nautica di Genova. Mi ricordo benissimo le luci, i suoni e gli odori di quel viaggio!!! Il treno è meraviglioso!

Francesca Sanzo ha detto...

che podt stupendo...il treno dà la dimensione del viaggio...

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo.Il treno è splendido, quando il paesaggio scorre davanti a te, è come se fosse tutto ovattato e si riuscisse a scorgerne l'essenza... Baci

ruben ha detto...

E' vero, il treno dà veramente la cognizione del viaggio, della fatica del viaggio: non è l'aereo che "taglia" le distanze, non la macchina che permettere di fermarsi. Il treno è ineluttabile e passa una sola volta attraverso un luogo. Attraverso i suoi finestrini c'è - ci può essere - uno spettacolo. Il treno è una viaggio dentro un altro viaggio...

Anonimo ha detto...

È sempre piaciuto molto anche me il treno. Prima che diventasse il mezzo per eccellenza per raggiungere e farmi raggiungere da Nath, è sempre stato il mezzo per raggiungere mostre, musei e affini. Un modo per viaggiare leggendo, senza preoccuparsi della strada.

Adesso le stazioni sono per me lo strazio della separazione. Le STRAZIOni se vuoi... :-)

È stato un piacere leggere il tuo post! Buon viaggio!

Lajules ha detto...

Ancora a Roma vai? Mannaggia a te! Anch'io prendevo il treno spesso per andare a trovare amici, vedere concerti, trovare amici, e scoprire citta'. Il piu' lungo e' durato quasi 24 ore e mi ha portato da Venezia all'estremo nord delle Germania tutto su treni locali per approfittare degli sconti per studenti.

Adesso prendo il treno tra Washington e Baltimora tutti i giorni, e mi piace guardare fuori e vedere le stagioni, e le lepri e i cervi fare qualche apparizione.

Buona vacanza!

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo